Quando ci confrontiamo con i pensieri intrusivi dobbiamo poter fare affidamento su precise strategie che ci aiutino a spezzare il circolo vizioso. La detached mindfulness, in abbinamento alla psicoterapia, può rivelarsi un alleato prezioso in questa fase dandoci modo di acquisire nuova serenità nel quotidiano. Scopriamo come.
Negli articoli precedenti abbiamo visto come in talune situazione possiamo essere chiamati a confrontarci con la ruminazione e il rimuginio. Se rivolgersi a uno psicoterapeuta diventa essenziale, è anche vero che possiamo sostenere positivamente il percorso di guarigione avvalendoci di una serie di altri strumenti aggiuntivi. Uno di questi nel tempo si è affermato con forza grazie ai benefici riscontrati dalle persone alle prese con le problematiche collegate ai pensieri intrusivi. Stiamo parlando di quella che è ormai comunemente nota come detached mindfulness, ovvero il distacco consapevole.
Attraverso questa particolare pratica possiamo infatti iniziare a prendere le distanze dal circolo vizioso in cui di frequente ci rinchiudono fenomeni quali la ruminazione e il rimuginio. Il punto di svolta risiede nell’imparare a interrompere il flusso continuo di pensieri ossessivi e negativi che rimbalzano costantemente nella mente. Attraverso un allenamento costante impariamo così a riappropriarci della nostra attenzione, a riconoscere l’attivazione del meccanismo nocivo, ma anche a interromperlo per periodi sempre più lunghi. Perché la detached mindfulness ci può essere di aiuto in questo processo delicato?
Il distacco senza giudizio nella detached minfulness.
Una parte integrante che ci permette di comprendere come questa pratica ci supporta è connessa alla visione che abbiamo dei nostri pensieri. Di frequente – quando abbiamo a che fare con i disturbi mentali e con pensieri intrusivi e ripetitivi – ci concentriamo in maniera critica sull’analisi. Vogliamo sapere perché si originano e continuiamo a ripeterci cosa dovremmo fare di diverso per fare in modo che essi non ritornino. A volte arriviamo anche a biasimarci e colpevolizzarci ulteriormente per la presenza del disagio dando nuovo potere al critico interiore che rafforza la sua presa su di noi.

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Tutto ciò porta all’emergere di emozioni negative correlate direttamente o indirettamente al malessere. Il problema a quel punto non è solo la comparsa della ruminazione ad esempio, quanto piuttosto come noi ci approcciamo a essa. Questa dinamica non solo non ci aiuta in alcun modo, ma rischia di danneggiarci ancora di più. Al contrario quello che dobbiamo fare in prima battuta è cambiare la nostra visione dei pensieri e della dinamica lasciando andare ogni forma di giudizio.
Detached mindfulness e quel lasciar scorrere che fa bene.
La detached mindfulness mira proprio a sovvertire questo meccanismo negativo attraverso l’osservazione distaccata. In questo senso, quando si attiva la ruminazione o il rimuginio, l’obiettivo è semplicemente notare il fatto che ancora una volta le nostre ossessioni sono tornate a trovarci. Non importa il perché né cosa avremmo dovuto fare di diverso per risolvere la situazione, non abbiamo colpe di cui biasimarci o di cui vergognarci. I pensieri sono lì, di fronte a noi, e noi li guardiamo senza giudicare come se ci trovassimo al cinema e all’improvviso ci accorgessimo di star vedendo il solito vecchio film.
Osserviamo e ci ricordiamo di un unico punto saliente: l’ondata di pensieri ripetitivi com’è arrivata così andrà via. È solo un momento. Per rafforzare questo promemoria potente esistono numerose strategie che possiamo adottare. La maggior parte di queste è collegata all’impiego delle immagini che noi abbiamo interiorizzato. In questo caso praticare esercizi che prevedono le associazioni libere e le metafore può fornirci la chiave per riappropriarci della nostra attenzione. Un esempio concreto di come può agire la detached mindfulness è così rintracciabile nel vedere i pensieri come nuvole che ogni tanto oscurano il cielo, ma sono passeggere e volatili. O al contrario immaginare una tigre che è balzata nella nostra mente all’improvviso catturandoci e altrettanto velocemente se ne va dirigendosi nella sua giungla.
In breve secondo questa nuova prospettiva le ossessioni non sono più un qualcosa di eterno che ci soffoca senza lasciare scampo, ma solo momenti negativi transitori. Ribaltando la nostra visione siamo infine in grado di innescare e via via rendere sempre più stabile l’apertura del circolo vizioso.
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