La ruminazione si compone di pensieri ripetitivi, costanti, negativi che ci isolano e ci prostrano mentalmente. Il costante ruminare impedisce di trovare soluzioni alternative e rischia di rinchiuderci in uno stato d’angoscia profonda che può aprire le porte anche alla depressione. In abbinamento alla psicoterapia può quindi rivelarsi utile cercare di interrompere questo circolo vizioso attuando alcuni accorgimenti. Vediamo come fare.
Quando abbiamo a che fare con pensieri negativi su episodi del passato, che si ripresentano con costanza e assorbono tutta la nostra attenzione, potremmo essere incappati nella ruminazione mentale. Questa problematica se non curata rischia di esacerbare ulteriormente gli stati di angoscia che viviamo e, alla lunga, potrebbe aprire la via anche all’emergere della depressione.
Un circolo vizioso di questo genere tende a togliere energia e possibilità di azione bloccandoci in una spirale negativa e frustrante. Quando viviamo una dinamica in cui è presente la ruminazione potremmo così non vedere alternative e soluzioni utili alla situazione in essere. Prima di analizzare alcune possibili contromisure, fermiamoci un momento per definire con chiarezza di che cosa si tratta e perché può essere considerata una problematica diversa rispetto al rimuginio.
Che cos’è la ruminazione?

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Iniziamo innanzitutto dando una definizione di ruminazione. Con questo termine vogliamo indicare la comparsa reiterata nel tempo di pensieri ripetitivi e negativi che si concentrano su stati d’angoscia che hanno le loro radici nel passato. È rappresentabile come un sistema circolare in cui la mente risulta ingabbiata e continua a concentrarsi sempre su determinati pensieri.
È bene sottolineare che le riflessioni che nascono sono di frequente inconcludenti e astratte. Proprio queste loro caratteristiche – unite alla costanza con cui compaio e alla capacità di dirottare tutta l’attenzione dell’individuo verso le stesse ripetizioni – portano a un blocco. La persona che rumina non riesce a dedicarsi ad altre attività e rischia di far perdurare questa condizione a causa dell’impossibilità di agire e di attuare quindi un cambiamento duraturo. Il focus è sempre sul passato e, in particolare, su esperienze dolorose e negative o vissute in questa maniera dal protagonista. Sono perciò pensieri che riaccendono ferite che in precedenza hanno minato l’autostima e/o l’immagine positiva che la persona ha di sé.
Da questa breve descrizione possiamo comprendere come la ruminazione possa apparire simile al rimuginio. Quest’ultimo però differisce perché i pensieri sono maggiormente legati all’ansia e alle preoccupazioni – reali o presunte tali – per il futuro e per la nascita di pericoli o di minacce.
Ruminazione e pensieri negativi: sii gentile e sposta il focus.
Ora che conosciamo più da vicino di cosa si compone la ruminazione, vediamo quali strategie mettere in atto per contrastarla. In primis è bene sapere che, data la delicatezza della problematica e il suo possibile collegamento con l’insorgere di malattie quali la depressione, è sempre consigliabile rivolgersi a un professionista che possa accompagnarci lungo un percorso di psicoterapia. Un supporto esperto è infatti l’unico in grado di scardinare nel tempo e in maniera duratura meccanismi di questa natura.
In aggiunta però possiamo trarre beneficio da alcune pratiche che possono da ultimo rafforzare il lavoro che svolgiamo insieme allo psicoterapeuta. La prima azione è dunque riconoscere di stare vivendo un processo di ruminazione mentale notando il comparire di pensieri già conosciuti. A seguire perdoniamoci per questa situazione, trattiamoci con gentilezza e non aggraviamo il contesto dandoci ulteriormente la colpa per il periodo di difficoltà che stiamo vivendo.
Parliamo e condividiamo le nostre riflessioni con chi ci è intorno. Questo è un atto potente: condividere riattiva la nostra attenzione e ci mette davanti all’evidenza, al fatto che stiamo di nuovo percorrendo un circolo già battuto più volte e che ci affligge solo con nuova sofferenza. Infine concentriamoci intenzionalmente sul mondo esterno e non più solo sul nostro dialogo interiore. Dedichiamoci a un’attività concreta come un hobby, uno sport che ci tenga fisicamente impegnati così da dare respiro alla mente. Spostiamo il focus sul corpo, sulla materia, sulla realtà che ci circonda. Questo ci aiuterà a mettere uno stop a quel cerchio insidioso e ci darà modo di impegnarci nel lungo termine per disinnescare questa dinamica negativa.
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