19 Gennaio 2022

Procrastinazione: perché tendiamo a rimandare?

La procrastinazione è un fenomeno con cui prima o poi quasi tutte le persone possono avere a che fare. A volte si tratta solo di un momento di scarsa motivazione o di pigrizia. Altre volte invece la dinamica si aggancia a una serie di emozioni e di difficoltà psicologiche che possono ridurre di molto il benessere personale. Scopriamo insieme le differenze e quali meccanismi sono alla base della procrastinazione.  

Ogni giorno tutti noi siamo alle prese con le attività più diverse. Fare una chiamata, inviare un’email, incontrare un amico o un collega, gestire e far avanzare un progetto. In tutti questi passaggi però può annidarsi un nemico insidioso: la procrastinazione.

Magari è un momento di scarsa proattività o la non voglia ad agire. Oppure potrebbe trattarsi di una paura che affonda le sue radici in profondità. O ancora potrebbe essere il nostro critico interiore che continua a farci dubitare delle nostre abilità e ci toglie fiducia nell’evoluzione felice degli eventi.

In tutti questi scenari il passaggio successivo è però solo uno: l’immobilismo, la procrastinazione. I fattori cambiano così come la propensione personale e la dinamica ma il problema rimane. Una difficoltà questa che ci porta a vivere male il quotidiano e di conseguenza finisce per generare ansia e malessere.

Che cos’è la procrastinazione?

Foto di Brett Jordan da Pexels

Quando ci troviamo davanti a una situazione del genere siamo di fronte a un blocco, a un ostacolo che ci impedisce sia di agire sia di andare avanti. Si fermano quindi i progetti, si annullano gli incontri, si vive nella frustrazione per il non raggiungimento degli obiettivi. Frustrazione che si auto-alimenta a ciclo continuo dal momento che quello che si viene a creare è un circolo vizioso.

Un cerchio che possiamo sintetizzare anche così: ho paura e/o non ho voglia quindi procrastino, procrastinando non rispetto scadenze e obiettivi. Il mio disagio cresce ancora e io per compensare rimando ulteriormente le attività che dovrei fare. In un attimo arrivo con facilità alla paralisi dell’azione e l’intero processo si inceppa.

Già da queste prime considerazioni possiamo subito intuire quanto possa rivelarsi dannoso questo cerchio. La procrastinazione infatti via via cresce e si rafforza andando nel tempo a coinvolgere quasi tutte le nostre aree di interesse. Se vogliamo possiamo anche vederla come una profezia che si auto-avvera e che influisce negativamente sia sulla nostra percezione delle nostre potenzialità sia sull’autostima e sull’autoefficacia.

Rimandando perciò noi implicitamente leggiamo la realtà come se non fossimo in grado di affrontarla. Sensazione rafforzata poi dal fatto che non riusciamo a fare o a reagire alle situazioni continuando a evitarle. Questo continuo rimando perciò incrementa le nostre convinzioni negative sulle nostre capacità.

Alcune delle cause alla base della dinamica negativa

Guardando a questo cerchio così negativo possiamo allora chiederci che cosa ci spinga a procrastinare. Analizzando le diverse possibilità possiamo rintracciare una serie diversificate di cause che ci portano ad agire la procrastinazione. Abbiamo anticipato che una delle principali può essere collegata alla paura. Sotto questa visuale la paura stessa può contenere al suo interno diversi aspetti.

Ad esempio potremmo doverci confrontare con la paura di non essere all’altezza o con il timore di dover scegliere. In quest’ultimo caso inoltre la paura della scelta si può ricollegare anche alla preoccupazione circa la propria capacità di valutazione e di attuazione delle scelte.

Possono poi intervenire anche la paura dell’insuccesso così come del successo in special modo quando si attiva la sindrome dell’impostore. Ecco quindi che possiamo pensare sia di non essere in grado sia di non meritare di raggiungere il tal risultato.

Oltre alle cause appena menzionate possiamo infine doverci confrontare con il perfezionismo. Sul fronte opposto potremmo inoltre procrastinare per via del disinteresse e della scarsa motivazione verso quel determinato obiettivo. Per concludere la rabbia, l’ansia o la volontà di andare contro alle aspettative che non sentiamo nostre influenzano le nostre azioni e l’immobilismo.

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