10 Febbraio 2021

Sindrome dell’impostore: come limitare il potere che ha su di noi

Parlare di un impostore ci rimanda immediatamente a qualche personaggio cattivo o ambiguo di un film. Per molti però questa figura losca è una realtà negativa capace di condizionare gran parte della loro quotidianità. Ma chi è l’impostore? Perché a volte ne cadiamo vittima e soprattutto cosa ha a che fare con la nostra autostima? Scopriamo di più sulla sindrome dell’impostore.


Magari siamo noi oppure un nostro amico, o ancora un membro della nostra famiglia. Abbiamo raggiunto un certo traguardo, abbiamo ricevuto i tanto desiderati complimenti o creato un nuovo risultato importante nella professione o a livello personale, eppure continuiamo a guardarci le spalle. Sentiamo dentro di noi una voce insistente che continua a dirci “non è vero, hai sbagliato tutto, guarda che lo scopriranno che li hai ingannati.” In quei casi e in molti altri, è la nostra sindrome dell’impostore a parlare.

Di che cosa si tratta nello specifico? E chi è questo personaggio che ci mette sempre in discussione e in ansia? Partiamo dal dare una definizione per iniziare a comprendere più in profondità che cosa accade dentro di noi o in coloro che amiamo. Quando abbiamo a che fare con la sindrome dell’impostore siamo spinti a leggere qualsiasi nostro buon risultato come un evento fortuito e ingannevole.

L’aver raggiunto la meta ambita o l’essere riconosciuti come persone competenti allora assume una connotazione del tutto nuova e soprattutto negativa. Nella nostra mente è come se scattasse un meccanismo al contrario per cui intendiamo il nostro successo, l’accadimento positivo frutto di un inganno messo in atto dal nostro impostore.

Una percezione distorta del talento e di noi stessi

Sindrome dell’impostore

In quest’ottica noi stessi diventiamo impostori e temiamo che prima o poi le persone attorno a noi scoprano che le abbiamo illuse. Siamo sicuri di non aver meritato il bene ottenuto, della nostra inadeguatezza e che presto o tardi anche gli altri si accorgeranno che siamo solo un bluff. La sindrome dell’impostore perciò si combina di frequente con una visione distorta di noi stessi in cui diventiamo persone indegne dell’apprezzamento altrui.

Ecco perché possiamo associare questo fenomeno anche alla presenza di una bassa autostima che ci porta a svalutare completamente il talento. Qualsiasi traguardo raggiunto anziché darci prova delle nostre abilità, viene vissuto con imbarazzo perché temiamo che non sia frutto delle nostre competenze e del nostro duro lavoro. Come possiamo arginare questa situazione di disagio e invertire la rotta?

Il nostro impostore non è reale, è più come ci percepiamo internamente. Il primo passo allora è allenarsi a cambiare prospettiva a partire dal modo in cui ci rivolgiamo a noi stessi. È la nostra stessa visuale di quello che sappiamo fare, e che diamo per scontato, che dobbiamo modificare. Partiamo perciò dal notare quando e come tendiamo a sminuire chi siamo, cosa abbiamo fatto, cosa abbiamo raggiunto, i complimenti ricevuti.

Valorizziamoci per contrastare la sindrome dell’impostore

Un esercizio che ci può aiutare è segnarci gli apprezzamenti ricevuti e le critiche che ci facciamo nella nostra mente. Potremmo notare la comparsa delle solite frasi, di note negative con le quali tendiamo a sminuirci e accusarci. A seguire? Il passo successivo è creare una lista dei risultati raggiunti.

Riportiamo su carta tutto quello che riteniamo ci abbia permesso di arrivare a quel successo. Potrebbero essere qualità come l’empatia, la capacità di ascoltare oppure l’aver studiato molto, l’aver fatto gavetta, la dedizione. Potrebbe essere stata una combinazione di più fattori come gli insegnamenti ricevuti o anche l’aver fallito in passato.

Se vogliamo inseriamo anche una piccola quota per la fortuna, ma non limitiamo solo a quell’appunto perché di certo non tutto è imputabile a essa. Ogni qual volta abbiamo la tentazione di sminuire noi stessi o il risultato rileggiamo ciò che abbiamo scritto. E facciamoci i complimenti.  Nel tempo l’impostore avrà sempre meno potere su di noi.


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