Il coronavirus impone una revisione forzata del nostro tempo. Potremmo sperimentare ansia, rabbia, frustrazione. O al contrario potremmo compensare con iperattività e desiderio di controllo. In entrambi i casi può essere di aiuto rallentare, lasciare spazio alle emozioni e rivedere la nostra routine. Scopriamo come un approccio alternativo ci può aiutare.
Ognuno di noi è diverso. Vivere questo tempo per alcuni può voler dire riempire la giornata con mille cose da gestire. Per altri potrebbe significare non trovare l’energia e la motivazione per dedicarsi anche alle attività più semplici. E per altri ancora potrebbero esserci momenti pieni di vitalità contrapposti a istanti di ozio assoluto e di estrema ansia, rabbia o paura. Non esiste un atteggiamento giusto o sbagliato a cui rifarsi in linea generale.
L’essenziale è come sempre ascoltarsi nel profondo: capire come stiamo, come ci sentiamo ed eventualmente provare strategie differenti. E se viviamo con disagio quello che stiamo sperimentando chiedere aiuto e rivedere i nostri programmi. Sì, perché è impossibile non venire toccati da questa situazione. Siamo tutti coinvolti ed è normale sperimentare insofferenza e paura per il presente o il futuro.
Ascoltiamoci, supportiamoci e assecondiamoci.

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Le nostre vite – e con esse i nostri obiettivi, le nostre aspettative – sono state del tutto sconvolte da un giorno all’altro. Potremmo avere la sensazione di aver perso il controllo sugli eventi. Se questo è vero sotto molti punti di vista, vi sono degli elementi che sono immutabili: siamo sempre noi.
I nostri desideri, sogni e percorsi sono ancora lì. È da quello spazio impalpabile dentro di noi che possiamo partire per ritrovare la quiete. Per farlo possiamo scegliere di concentrarci su ciò che stiamo provando a livello emotivo e di supportarci assecondando l’istante. Se riusciamo a proseguire con la nostra routine quotidiana benissimo, procediamo come di consueto.
Se però così non dovesse essere nessun problema. Lasciamo da parte il giudizio critico su noi stessi (o su chi ci è più vicino) e mettiamoci in ascolto. Attraverso la mindfulness, la meditazione o semplicemente stando in silenzio con noi stessi, domandiamoci: “Cosa mi suggerisce il mio io? Cosa sento di voler fare?” Prendiamo le risposte e iniziamo a modificare pezzo a pezzo le nostre giornate.
Self care e pianificazione semplificata per punti chiave.
Non stiamo parlando di avere un piano dettagliato per saturare ogni singolo istante della giornata, ma avere una linea da seguire può rivelarsi utile. Siamo noi la nostra bussola: una volta chiarito ciò a cui teniamo ripensiamo, dunque, la nostra quotidianità per macro passaggi. Come? Nella maniera più semplice e pratica possibile. Stiliamo una lista delle attività essenziali che dobbiamo seguire e quelle a cui sentiamo di volerci dedicare. Ora che le abbiamo sotto gli occhi, proviamo a concepirle sotto un nuovo punto di vista.
Raggruppiamo le attività in quattro o cinque categorie come: la cura di sé, le relazioni, il relax, gli spazi, i progetti (lavorativi oppure personali). Qualche esempio? Nella cura di sé possiamo far rientrare il lavarsi/vestirsi/truccarsi che di solito compiamo quasi in automatico, la preparazione dei pasti, gli esercizi di mindfulness, l’attività fisica. Nelle relazioni inseriamo il tempo di qualità che scegliamo di condividere con familiari, amici, partner. Nel relax possiamo annoverare leggere, guardare un film, dipingere o qualsiasi attività creativa. Negli spazi possiamo includere la gestione della casa, il giardinaggio per coloro che ne hanno la possibilità. Da ultimo nei progetti inseriamo le ore destinate allo smart working se lo possiamo praticare, le iniziative su cui vogliamo portarci avanti, quell’idea che abbiamo sempre accantonato in attesa di un momento libero.
Fatto questo possiamo passare alla fase di pianificazione vera e propria. Una programmazione sì, ma sempre molto libera e leggera. Ecco dunque che segneremo sul nostro foglio una serie di box alternando a nostro piacimento le nostre macro-categorie. Per esempio, potremmo destinare la mattina alla cura di sé e ai progetti, il pomeriggio agli spazi, la sera al relax e/o alle relazioni.
Non occorre essere troppo dettagliati. L’essenziale è avere una griglia predefinita e sapere indicativamente che ci dedicheremo con costanza a una delle attività che abbiamo individuato in origine come fondamentali. È così che l’organizzazione per punti chiave, unita a un’alternanza il più stabile possibile, può aiutarci a riportare una percezione di sicurezza e di ordine. Una tattica concreta a cui possiamo affidarci e che, insieme alla mindfulness e alla meditazione, può rivelarsi utile nel ridurre l’ansia.
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