Al giorno d’oggi parliamo di frequente dell’importanza che riveste l’autostima nella quotidianità. Al lavoro come nella vita privata e di relazione è infatti essenziale potersi basare su una buona visione di noi stessi. In questa dinamica però dobbiamo fare riferimento anche a un altro aspetto che può essere prezioso ed è assolutamente da coltivare: l’autoefficacia. Cosa intendiamo con questa etichetta? Qual è il suo nesso con l’autostima? Scopriamolo insieme.
Nella nostra società parliamo spesso di produttività e performance, sia a livello personale che professionale. Ci troviamo così a focalizzarci sull’importanza che l’autostima riveste nella vita di tutti i giorni. Quando parliamo coi colleghi o con i capi di lavoro, quando ci relazioniamo con il o la partner, con gli amici o gli sconosciuti, quando ci confrontiamo con un ambiente o una situazione nuova sappiamo che è questa nostra caratteristica a rafforzare le nostre potenzialità.
Con una buona e giusta autostima crediamo, a ragione, di poter essere più forti e di saper affrontare meglio gli eventi del quotidiano. Il problema è che l’autostima da sola non basta. Questo perché insieme a lei deve intervenire anche una componente preziosa che conosciamo come autoefficacia. Per comprendere di cosa si tratta e perché dobbiamo imparare a coltivarla partiamo dal darne una breve definizione e descrizione.
Che cos’è l’autoefficacia
A ben vedere possiamo intendere l’autoefficacia come una parte integrante degli elementi che vanno poi a costituire la nostra autostima. Quest’ultima, sotto questa prospettiva, allora possiamo pensarla come una categoria più ampia che per comporsi ha bisogno di determinati pilastri.

Nella pratica, l’autoefficacia allorasi riferisce a tutta una serie di convinzioni che abbiamo elaborato nel corso del tempo in merito alle nostre capacità. Connesse a queste, anche i risultati che siamo in grado di ottenere possono variare e a loro volta influenzare questi nostri assunti. Quello che si viene a creare è dunque un circolo infinito che ci può potenziare o depotenziare a seconda delle assunti che interiorizziamo.
Il processo dell’autoefficacia è quindi strettamente collegato sia all’apprendimento sia al nostro modo di affrontare le situazioni, le difficoltà e i contesti in cui ci muoviamo. Nello specifico perciò possiamo riassumere l’autoefficacia come l’insieme delle convinzioni che ci permettono di essere sicuri delle nostre capacità di far fronte agli eventi e di ottenere determinati risultati.
Il circolo virtuoso che alimentiamo con l’esperienza
Come si forma la nostra autoefficacia e perché è collegata alla nostra autostima? Analizzando i diversi aspetti che sostengono la formazione di questo rimando positivo possiamo notare quanto sia rilevante l’esperienza diretta. Ogni giorno sulla base delle situazioni e degli avvenimenti che viviamo noi rafforziamo o incriniamo la percezione della nostra efficacia. Ecco perché un tassello essenziale è dato dalla componente pratica, è attraverso la sperimentazione e il confronto con le esperienze che possiamo crearci la nostra immagine finale.
Più facciamo, più proviamo anche a costo di cadere e doverci rialzare e più riusciamo a incrementare la sicurezza nelle nostre forze. Noi sappiamo di poter essere efficaci in ciò che facciamo e questa credenza ci illumina. Ci permette di porci in modo nuovo con energia di fronte agli eventi.
È la famosa profezia che si auto-avvera. Noi siamo convinti di potercela fare e i nostri tentativi migliorano fino a portarci sempre più vicino al risultato sperato. Ed è il fenomeno contrario di quando crediamo di non essere in grado e non siamo convinti di esserne in grado. Senza esserne neanche del tutto consapevoli ci limitiamo, rendiamo deboli le nostre azioni e da ultimo ci auto-sabotiamo.
Da questo punto di vista allora fare esperienza di quanto possiamo essere efficaci e produrre buoni risultati per noi e per la nostra realtà diviene uno stimolo potente. Il credere di essere in grado, l’avere il riscontro della nostra efficacia personale fornisce infine nuova linfa alle azioni messe in campo.
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