Troppo spesso quando parliamo di mindfulness e meditazione ci immaginiamo stanze dall’arredo minimale, una persona perfetta e serena che pratica nel silenzio assoluto. A questo poi di solito aggiungiamo ogni elemento ideale che abbiamo imparato ad associare immaginando la fantomatica quiete senza ansia. Il fondamento della mindfulness però è proprio nell’intrecciare la pratica e la quotidianità, non un ideale di perfezione. Vediamo come possiamo allenarci in questo cambio di prospettiva.
Se ti dico mindfulness a cosa pensi? Di frequente quando se ne parla al comparire di questa parola emergono scenari da sogno. In queste immagini spesso la protagonista è una persona perfetta e totalmente serena che si accinge a stare ore nella posizione del loto tipica dello yoga. L’ambiente arredato minimale, ma dal miglior design, nessuno intorno e una pace da far invidia ai centri benessere.
Per quanto sia bello perdersi in questa fantasia, credo siano quanto meno pochi quelli che possano vivere ogni giorno nel loro quotidiano una realtà di quel genere. Questo allora anziché essere un ideale che incentiva provoca frustrazione, risentimento e finisce quasi per allontanare dalla disciplina.
Ecco perché penso possa essere utile provare a cambiare la prospettiva sulla mindfulness. Perché questa alla fine vuole essere una rivoluzione pratica, un accogliere il momento presente così com’è e un esaltare quello che viviamo. Tutto l’opposto insomma del cercare di arrivare a un immaginario glamour però distaccato da quella che è la nostra vita.

Abitiamo la nostra realtà e il momento presente.
La mindfulness è una pratica che ci aiuta ad assaporare il presente e la realtà attuale. I concetti fondanti sono difatti intrecciati allo stare con consapevolezza di fronte a quel che c’è. Non a quello che vorremmo, non a quello che pensiamo sarebbe meglio o più giusto e nemmeno a quello che pensiamo dovrebbe essere.
Praticare la mindfulness perciò è essere in stretta connessione con le nostre percezioni, i nostri sensi e tutto quello possiamo vivere nel qui e ora. Questo se da un lato potrebbe togliere una parte di magia o di fascino, a ben vedere è il modo migliore per far emergere tutto il buono che è già presente nelle nostre vite. Se vogliamo è un ribadire, un riaffermare e anche un abbracciare la nostra esistenza esattamente per come la sentiamo.
Non ci sono più standard a cui ambire o da rispettare, non ci sono nemmeno scene da film da replicare o che ci fanno implicitamente sentire inadeguati. Basta stare di fronte al nostro momento così come siamo. Nel modo, nello spazio, nel tempo che più sentiamo essere autentico e veritiero per noi.
Partendo da questo cambio di prospettiva e abbandonando le aspettative irrealistiche di cui ci siamo nutriti sin qui allora praticare mindfulness diventa un atto liberatorio. Un’azione concreta che riporta la nostra attenzione a quello che abbiamo di fronte e che ci permette di accogliere in profondità noi stessi, le imperfezioni. Le fragilità nostre e altrui, della quotidianità che stiamo abitando.
Intrecciare quotidianità e mindfulness.
Quando iniziamo ad approcciare la mindfulness con queste nuove lenti è come se facessimo pace con la pratica meditativa. È come se ci riavvicinassimo alla bellezza, all’armonia e al grande dono che è il nostro giorno qualunque. A livello implicito ci apriamo a nuove opportunità perché non più vincolati a gabbie ferree di preconcetti a cui aspirare.
In breve ci apriamo anche a nuove soluzioni. Perché sappiamo che la nostra vita non deve cambiare e non dev’essere stravolta per rispettare i parametri estetici della mindfulness. Al contrario quest’ultima torna a essere uno strumento per approfondire e abbracciare il nostro rapporto con il tempo e con la realtà.
Per favorire questo intreccio ci basterà allora ritagliarci un po’ di tempo per praticare già a partire da oggi nelle condizioni e con gli orari che possiamo sostenere in questo momento. Magari saranno solo 5 o 10 minuti soprattutto se siamo all’inizio. Magari utilizzeremo il nostro letto come spazio mindful o una porzione della camera dove metteremo quel vecchio cuscino che è lì da anni o il tappetino per lo stretching come base.
Il punto quindi non sarà avere tutto perfetto o essere noi perfetti, radicati e centrati come in una pubblicità. Tutt’altro: sarà porci con cuore, mente e corpo curiosi di fronte a quel che c’è in questo momento. La mindfulness infine così sarà di nuovo un allenamento continuo e trasformativo per portare un’attenzione consapevole al nostro oggi e al nostro sentire emotivo, sensoriale, corporeo.
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