Per ritrovare il nostro centro e raggiungere il benessere psicofisico è essenziale poter ripartire da noi, dalla nostra identità, da ciò che ci contraddistingue e ci fa battere il cuore. La consapevolezza e la percezione che abbiamo di noi stessi sono due elementi che possono fare una profonda differenza nel viaggio che è la nostra vita. Scopriamo perché e come avviare questo cambio di prospettiva anche con l’aiuto della mindfulness.
Ogni giorno siamo assorbiti dalle mille e più incombenze a cui siamo chiamati a rispondere. Gli imprevisti, le corse per il lavoro o per la gestione familiare, gli impegni da far combaciare. È così di frequente che ci sembra di essere travolti dagli eventi più che viverli, con l’immediata sensazione di essere così impegnati da essere saliti su una giostra. Una maratona che finisce per sfinire e per generare ansia senza che nemmeno ce ne accorgiamo. È questo il presente o il futuro che desideriamo vivere?
Cambiare prospettiva è non solo possibile, ma necessario nella misura in cui vogliamo riappropriarci del nostro tempo e della nostra vita. Per farlo però occorre spostare il nostro focus dall’esterno all’interno verso noi stessi, verso il nostro centro. Non basta, infatti, sfoltire l’agenda se questo cambiamento non è accompagnato da un lavoro su noi stessi.
La consapevolezza che aiuta a fluire.
Può sembrare controintuitivo, ma per vedere gli effetti significativi di questo nuovo corso sulle azioni quotidiane dobbiamo dedicarci a recuperare un rapporto più intimo con noi stessi. Questo perché più del fare diventa essenziale focalizzarsi sull’essere, sulle sensazioni e sulle emozioni che ci abitano.
Solo attraverso una profonda presa di consapevolezza della nostra identità e di ciò che ci muove potremo, dunque, modificare la nostra realtà. Una prospettiva innovativa questa che sarà in grado di influenzare il nostro quotidiano dando vita a un’esistenza che percepiremo come autentica perché più in linea con chi siamo davvero.
Chi siamo nel profondo? A ben vedere è questo il punto di partenza fondamentale. Il quesito che ci aiuta a illuminare le zone d’ombra mettendo in discussione dati, fatti o situazioni che davamo ormai per assodate e ineluttabili. Per rispondere a questa domanda dobbiamo mettere in pausa il vociare esterno, le aspettative che abbiamo appreso o a cui ci siamo adeguati, le corse impossibili a cui siamo abituati.
Ritmo, direzione e misura: il metro di giudizio siamo solo noi.
Rallentiamo e iniziamo a porci alcune domande: cosa sento? Cosa voglio? È un desiderio mio o in realtà è un qualcosa a cui sento di non voler prestare attenzione? A piccoli passi possiamo iniziare a ribaltare la nostra percezione sempre sovraccarica perché costantemente sintonizzata sul mondo esterno, sugli altri. Al contrario passiamo del tempo in nostra compagnia, senza caricarci di nuove attività o rincorrere subito il prossimo traguardo. Viviamo il momento concentrandoci esattamente su quanto è di fronte a noi in quel preciso istante.
Siamo noi a stabilire la velocità a cui andare. Se sentiamo che ciò che viviamo non è in linea con il nostro io possiamo e dobbiamo variare la marcia, la rotta e gli obiettivi che ci siamo prefissati. Per non sentirci semplici spettatori insoddisfatti, senza capire il perché, è infatti fondamentale comprendere quali emozioni stiamo provando e cosa vogliamo davvero.
In questo lungo percorso ci può aiutare la mindfulness, in abbinamento alla meditazione o alla psicoterapia (qualora dovesse essere necessario). Queste tecniche si sono, infatti, dimostrate strumenti utili capaci di far entrare spicchi di presente nel nostro quotidiano. Seguendo il nostro ritmo e concentrandoci sull’istante che viviamo riusciremo da ultimo a connetterci con il nostro io più profondo. La via migliore per assecondare la nostra autenticità e imparare a non “subire” gli eventi, ma a viverli realmente.
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