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02/02/22 Blog # , , , , , ,

Conoscere i bisogni per comprendere l’innesco della motivazione

Alla base della motivazione si trovano i bisogni. Conoscere come questi si strutturano e quali sono le loro caratteristiche ci aiuta a chiarire il legame positivo che si innesca. Una possibilità questa che ci consente quindi di dare nuova energia alla nostra motivazione e di riflesso al percorso per il raggiungimento dei nostri obiettivi

La motivazione è un elemento importantissimo nella nostra vita. Se manca o è in costante diminuzione rischiamo infatti di bloccarci, di rimanere congelati in una fase di stallo. Un periodo questo in cui potremmo sperimentare sia apatia sia tristezza. Per andare oltre a questi stati può essere utile conoscere cosa c’è alla base di quella spinta così benefica che ci porta ad agire.

Dobbiamo allora sapere che un aspetto essenziale in questo processo è rappresentato dal concetto di bisogno. Sono infatti i bisogni, che noi in qualità di persone percepiamo, a darci la motivazione giusta per proseguire nel nostro cammino di vita.

Bisogni e motivazione: che legame c’è?

Quando ci occupiamo della motivazione potremmo avere difficoltà a inquadrare questo elemento che a volte appare così impalpabile. Può infatti apparirci difficile dire cosa ci spinga a perseguire un determinato obiettivo. Allo stesso tempo potremmo chiederci perché a volte questo meccanismo si accenda e funzioni alla perfezione, mentre in altri casi non troviamo l’energia necessaria. 

Da questo punto di vista perciò dobbiamo innanzitutto sapere che la spinta motivazionale si innesca quando avvertiamo intimamente un bisogno. È il bisogno a indirizzare verso un obiettivo e di conseguenza a far sì che ci impegniamo agendo in maniera proattiva. Ecco perché i bisogni e tutti gli stimoli che possono attivare uno di essi risultano così preziosi nella quotidianità.

A ben vedere noi percepiamo un bisogno quando ci accorgiamo della presenza di un disequilibrio in un ambito ben specifico della nostra vita. Nella pratica quindi possiamo dire che i bisogni nascono dalla discrepanza tra quella che è la realtà o lo stato che stiamo vivendo e quella che è la nostra immagine ideale. In quel momento nasce anche la nostra motivazione, ovvero la spinta ad agire per trasformare lo stato attuale. L’obiettivo a cui tendiamo è riuscire a essere in quello che percepiamo come lo stato di benessere a cui aspiriamo.

I diversi tipi di bisogni alla base della spinta personale

Tra i primi a parlare di questi meccanismi e dell’importanza dell’espressione dei nostri bisogni troviamo lo psicologo Abraham Maslow. Quest’ultimo ha dato vita a un modello che si fonda su un sistema di gerarchie delle aspirazioni. Il concetto alla base della struttura è che tutti noi siamo impegnati in processo di sviluppo che ci porta a cercare la strada per soddisfare richieste interne ed esterne. Una particolarità è che i bisogni in questo caso sono posti in successione. Per scalare la piramide infatti dobbiamo necessariamente aver soddisfatto e “risolto” le diverse aspirazioni poste lungo la scala.

Seguendo questo schema nella piramide motivazionale trovano spazio cinque diversi tipi di bisogni. Alla base abbiamo i bisogni primari connessi dunque alla sopravvivenza fisica. Sete, fame o sonno solo per citarne alcuni sono i primi a cui siamo chiamati a pensare. A seguire possiamo dedicarci ai bisogni di sicurezza come ad esempio individuare un luogo sicuro e tranquillo in cui poter vivere.

Proseguendo giungiamo al terzo livello in cui abbiamo a che fare con l’appartenenza a un gruppo. È qui che intervengono i bisogni legati al desiderio di essere amati, accolti, accettati. In questo caso siamo spinti a cercare di fare parte della società e a impegnarci nella costruzione delle nostre relazioni.

Alla cima della piramide possiamo invece annoverare i bisogni legati all’autostima prima e all’autorealizzazione poi. Questi ci portano a desiderare di essere riconosciuti e rispettati facendoci lavorare per espandere e dimostrare le nostre abilità, i nostri talenti, le competenze.


Non sai più quali siano i tuoi obiettivi? Ti sembra di essere in una fase di stallo o senza via di uscita? Contattami e raccontami la tua esperienza. Attraverso l’aiuto della psicoterapia cognitivo-comportamentale possiamo lavorare per riportare chiarezza e serenità.

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28/10/20 Blog # , , , , , , ,

Mindful eating: anche mangiare richiede consapevolezza.

Parliamo spesso dell’importanza di porre attenzione alle semplici attività di ogni giorno. C’è però un aspetto che viene di frequente sottovalutato: come e in che modo mangiamo? Quanta consapevolezza abbiamo dei momenti dedicati al nostro nutrimento? L’approccio mindful eating vuol proprio aiutarci a notare le potenzialità di questi gesti innati, naturali e trascurati nella nostra società. Scopriamo di più.


Tra un lavoro e un altro, di corsa mentre andiamo a prendere i bambini o dobbiamo raggiungere un appuntamento. Davanti al pc scrivendo un’email o magari la sera di fronte alla televisione o ancora al ristorante mentre rispondiamo al cellullare. Queste sono solo alcune delle situazioni tipiche in cui troppo spesso ci ritroviamo a mangiare di fretta e senza attenzione. Sebbene siano azioni talmente piccole da apparire insignificanti, questi momenti in cui la nostra concentrazione si divide su mille fronti possono essere deleteri per il nostro benessere.

Non solo è importante nutrirsi con costanza, varietà e in modo salutare ma è altrettanto essenziale farlo con cura e con consapevolezza. Alla base di questa esigenza vi sono implicazioni fisiche e psicologiche che possono influire notevolmente anche sul resto della nostra routine. Scegliere di mangiare dandosi il giusto tempo e concentrandosi sulle sensazioni può infatti essere un altro modo di prendersi cura di se stessi. Ecco perché di frequente al giorno d’oggi parliamo di mindful eating.

La mindful eating e il quotidiano: il qui e ora nel piatto.

Partiamo dal definire cos’è e cosa non è la mindful eating. Innanzitutto possiamo affermare che questa è una pratica di consapevolezza che mira a fare luce sul nostro approccio al momento presente e all’atto del nutrirsi. Quello che ricerchiamo quindi è il poter vivere e assaporare ogni istante, ogni aspetto del piatto o dello snack che abbiamo di fronte. Senza fretta, senza ansia, ma con la mente ben centrata su ciò che abbiamo di fronte. Lasciamo da parte i giudizi, i dovrei o non dovrei, i pensieri intrusivi o ossessivi, i mille impegni che dobbiamo portare a termine. Per quelli, se vorremo, ci sarà tempo più tardi. Ora è il momento di mangiare presenti a quello che stiamo mangiando.

Non stiamo semplicemente introducendo cibo a caso per poter reggere le nostre giornate estenuanti. No, noi ci stiamo prendendo cura di noi stessi e lo facciamo con la massima attenzione. Mettiamo via il cellulare, spegniamo o ci allontaniamo dal computer, dalla televisione, da qualsiasi attività che ci può distogliere da quello che stiamo vivendo. Ci imponiamo di fermarci e, come per gli antichi, ritroviamo una certa sacralità degli istanti dedicati al mangiare.

Nutrirsi è un atto potente di condivisione, di cura. Un istante in cui possiamo davvero sperimentare la magia dell’essere qui e ora di cui tanto abbiamo detto parlando di mindfulness. La mindful eating è proprio questo: è uno degli esercizi che più ci permettono all’atto pratico di toccare con mano la riappropriazione del presente.

L’equilibrio che fa bene al cuore e al corpo.

Al tempo stesso possiamo affermare con forza cosa non è. Mangiare con consapevolezza non è una nuova dieta o un piano alimentare alternativo con l’obiettivo di perdere peso. Non è boicottare tutti i cibi che ci piacciono. Al contrario la mindful eating si compone di equilibrio e compassione, promuove l’accettazione totale del nostro corpo e dei nostri bisogni eliminando ogni forma di giudizio.

Corpo e mente sono legati in profondità così come il nutrirsi e la nostra emotività. Nella nostra società abbiamo dimenticato questa connessione e di frequente tendiamo a compensare alcune emozioni con altri surrogati più facilmente reperibili. Noia, tristezza, rabbia, rifiuto o abbandono divengono dunque le cause scatenanti per la nostra fame emotiva. Scegliere di praticare la mindful eating aiuta a spezzare questo legame e a ritrovare un rapporto più equilibrato con l’alimentazione.

Il primo e più prezioso punto da cui partire allora siamo noi. Fermiamoci e osserviamo la nostra interiorità e quel legame invisibile che unisce corpo, mente, cuore. Chiediamoci:

Photo by Ulvi Safari on Unsplash

  • Ho davvero fame?

  • È questo ciò che il mio corpo desidera?

  • E se sì, è proprio quel particolare alimento che mi sta chiamando?

Fatto questo ritagliamoci il nostro tempo, chiudiamo la porta a tutto il resto come se mettessimo un cartello fuori dalla nostra stanza. Non disturbare, mi sto prendendo cura di me. Sono a un appuntamento galante con il mio benessere.


Ti è piaciuto l’articolo? Ti potrebbe interessare anche il blog post su Gestire lo smart working: strategie per lavorare da casa con serenità.

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19/12/19 Blog # , , , , , ,

Come coltivare la compassion: un approccio alternativo alla vita.

Se desideriamo ottenere i potenti benefici legati alla compassion dobbiamo impegnarci, giorno dopo giorno, per espandere il più possibile le nostre abilità. Scopriamo come perseguire facilmente questo obiettivo all’interno della vita di tutti i giorni.

Praticare la compassion e la self-compassion migliora sensibilmente tutte le aree della nostra esistenza. Questo perché, attraverso le due pratiche appena citate, possiamo affidarci a una visione del mondo differente sperimentando empatia e una connessione profonda gli uni con gli altri.

Photo by Giulia Bertelli on Unsplash

La volontà di impiegare un approccio ai problemi originale e un mindset positivo cambia del tutto la nostra prospettiva. Ciò permette di illuminare con una luce nuova, più gioiosa ed energica, ciò che in precedenza abbiamo sempre vissuto come un conflitto o una costrizione. In breve tempo si arriva, dunque, a provare sulla propria pelle il cambio di rotta che ci farà essere meno tristi, più aperti e connessi, più abili nello stabilire e coltivare relazioni serene e sincere.

Il primo incontro con la Compassion.

Quando ci confrontiamo per la prima volta con la compassion possiamo essere frenati dall’abbandonarci completamente a essa da limiti, paure o pregiudizi. In numerosi casi l’ostacolo più grande è dato dalla sensazione di avere a che fare con qualcosa di estremamente complicato, difficile da mettere in pratica nel quotidiano o che richiede competenze e conoscenze tecniche fin troppo avanzate.

In realtà esistono diversi modi molto semplici e dal successo assicurato che ci permettono di espandere e fare nostre queste pratiche. Proprio per sciogliere le eventuali resistenze che tutti noi possiamo sperimentare all’atto pratico, abbiamo pensato di riassumere brevemente alcune soluzioni replicabili con facilità.

Breve guida per far crescere la self-compassion.

Photo by J W on Unsplash

La compassion è un’abilità con cui non si nasce, ma che possiamo coltivare giorno dopo giorno fino a diventare dei veri e propri esperti sul tema. Applicando con costanza questi semplici suggerimenti e ricercando in ogni situazione il lato “compassionevole” vedremo ben presto la nostra vita come trasformata. Merito, in buona parte, connesso alla nuova visione a cui avremo imparato a guardare.

Per iniziare a prendere confidenza con questa nuova lente di ingrandimento della realtà possiamo perciò pensare a coloro che ci supportano o ci confortano quando siamo in crisi e stressati. Analizzando come ci sentiamo, e come cambiano le nostre emozioni quando veniamo sostenuti, impariamo a ricercare esattamente le stesse sensazioni anche in altri contesti o momenti. Identificare momenti o percezioni e sapere in che direzione guardare è, infatti, il primo e più importante passo per poterli successivamente ricreare in autonomia.

Un altro esercizio utile per sviluppare la compassion è collegato all’empatia e alla capacità di metterci nei panni degli altri, di sperimentare gioia e dolore per vicende che non sono direttamente riconducibili a noi. Per farlo possiamo focalizzare la nostra attenzione e il nostro cuore sulla persona specifica che ci sta parlando, di cui abbiamo letto o di cui abbiamo saputo qualcosa al riguardo.

Più nello specifico possiamo immedesimarci immaginando come dev’essere la sua vita, come dev’essere vivere quella determinata esperienza, che emozioni deve aver provato essendo costretta a confrontarsi con quella situazione. A questo si aggiunge, poi, un ulteriore passaggio ovvero il ribaltamento dei ruoli con la fatidica domanda: se fosse capitato a me come avrei reagito? Come avrei affrontato un evento del genere? Giudicherei con così grande durezza l’altro se fossi io quella persona?

Cambiamo modo di vedere le cose.

A tal proposito è bene ricordare che il giudizio in molte occasioni può trasformarsi in una barriera che ci separa dagli altri e da noi stessi impedendoci di accogliere la realtà con amore e apertura mentale. Ecco perché può rivelarsi un atto coraggioso e fondamentale decidere di sospenderlo, e magari annullarlo, così da poter entrare in maggior connessione con l’esterno e con le infinite sorprese o possibilità collegate.

Sostituire lo sguardo giudicante con lo sguardo amorevole della compassion – insieme al ricordo dei legami che ci uniscono alle persone a noi vicine – ci permetterà di sperimentare tutta l’energia trasformativa che caratterizza e rende unica questa pratica.

 


Se vuoi saperne di più sul prossimo corso in partenza clicca qui  


Leggi anche La Compassion: Il soffio gentile dell’amore che conduce al benessere

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20/09/19 Blog # , , , , , ,

Respirazione diaframmatica: i benefici di una pratica da rivalutare

Lo diciamo spesso, senza poi dare davvero peso alle parole: respira, rallenta e l’ansia non sarà la tua sola padrona. Ma sarà proprio vero? Quali sono i benefici della respirazione diaframmatica? Se combinata con la psicoterapia può essere vista come una delle strategie da utilizzare contro l’ansia? Proviamo a rispondere a queste e altre domande

È l’atto naturale più semplice, il più automatico del mondo eppure la sua importanza è enorme. Respirare è un’azione talmente radicata in noi, da vederla quasi come se fosse un elemento scontato e banale. Un qualcosa che facciamo in ogni istante e su cui non è neppure necessario soffermarsi troppo a riflettere.

Nonostante queste convinzioni, nel corso del tempo è stato dimostrato quanto la respirazione profonda possa rivelarsi utile nel contrastare l’ansia, gli attacchi di panico e la depressione. In combinazione con altre tecniche e terapie può trasformarsi, infatti, in uno dei nostri assi nella manica.

E tutto questo riscoprendo il valore di una respirazione corretta? Sì, perché sebbene ormai si parli di frequente del potere delle tecniche di meditazione e dell’autoconoscenza uno dei primi tasselli da apprendere e praticare rimane proprio quello: respirare… nella maniera giusta ovviamente. Vediamo, dunque, insieme i benefici collegati a questa pratica che trova fondamento in numerose culture fin dall’antichità.

I preziosi doni della respirazione diaframmatica

Se anche tu hai sperimentato o provi difficoltà a respirare e ansia, sai di certo quanto sia complesso riuscire a calmare l’affanno e ritrovare la serenità perduta. L’impegno e gli sforzi richiesti, però, vengono del tutto ripagati dai benefici che la respirazione profonda è in grado di apportare sul nostro corpo e in particolare sul cervello.

Questa tecnica, unita alla psicoterapia e a determinati farmaci qualora dovesse essere necessario, rimane infatti una delle strategie che più si è rivelata efficace nel combattere l’ansia e gli attacchi di panico. Nello specifico sono stati evidenziati alcuni vantaggi legati alla respirazione diaframmatica.

  1. Il primo è l’effetto rilassante che questa pratica ha sulla nostra mente. Alcuni semplici esercizi di respirazione possono perciò favorire uno stato di serenità e riposo.
  2. In aggiunta, respirare in maniera profonda ci permette di contenere e regolare la pressione sanguigna. Se praticata con regolarità la respirazione controllata aiuta a ridurre il rischio di ictus e aneurisma cerebrale e lo stress che incide sui vasi sanguigni.
  3. Contare i respiri che compiamo influisce sull’area cerebrale deputata al controllo delle emozioni. Nella pratica è come se, attraverso le tecniche di respirazione, potessimo entrare in connessione e stimolare la nostra coscienza profonda.
  4. Da ultimo, ma non meno importante, la pratica di controllare il respiro migliora i ricordi connessi a eventi negativi o paurosi e le capacità mnemoniche in generale.

Ecco spiegato perché questa tecnica viene consigliata unitamente alla psicoterapia e, in alcuni casi, a rimedi farmaceutici specifici sempre e solo su indicazione di un esperto professionista.

L’effetto calmante del respirare

Come abbiamo avuto modo di vedere, i vantaggi che possiamo trarre dalla respirazione sono notevoli.

Com’è possibile tutto questo? La spiegazione è rintracciabile nel legame speciale che unisce un contenuto numero di neuroni, presenti nel tronco cerebrale, e le funzioni corticali superiori responsabili del nostro stato di calma o di agitazione. Alcuni ricercatori dell’Università di Stanford hanno, infatti, portato alla luce come le attività di questo gruppo di neuroni inizino e vengano potenziate dal respiro. Questa scoperta, che ha trovato spazio anche in un articolo di Science, non fa che fornire ulteriore valore ai dati ottenuti in passato e che hanno sempre evidenziato come la respirazione sia in grado di influenzare  il comportamento e il pensiero di ordine superiore.

Conosci e pratichi la respirazione profonda? Hai già riscontrato i suoi benefici? Faccelo sapere nei commenti.

Ti è piaciuto l’articolo? Leggi anche Mindfulness e ansia: come combatterla con la tecnica Rain

 

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05/07/17 Blog # , , , ,

3 strategie per calmare una mente stressata

3 strategie per calmare una mente stressata

Quando la tua mente è rapita da pensieri stressanti prova a utilizzare questi 3 esercizi che possono riportarti alla realtà

Tradotto da Elisha Goldstein1

La maggior parte delle persone che incontro vorrebbe essere più calma e più concentrata su ciò che conta veramente nella propria vita. Ma più siamo stressati e meno siamo aperti a idee creative.

Di seguito trovi 3 suggerimenti su cosa fare per calmare una mente stressata. Queste 3 azioni ti permetteranno di rallentare il ritmo della tua mente per fermarti e tornare alla realtà della tua vita.

Quando sei stressato:

  1. Rallenta. Letteralmente! Qualunque cosa tu stia facendo – camminare, parlare, scrivere, guidare – inizia a farlo a un po’ più lentamente. L’attività del cervello inizia a imitare ciò che il corpo sta facendo. Se rallentiamo le nostre azioni, la nostra mente inizia a rallentare e quella valanga di pensieri stressanti iniziano a diminuire
  2. Ammorbidisci il corpo. Nei momenti di stress il nostro corpo è teso, rigido. Probabilmente neanche ce ne accorgiamo, ma è il motivo per cui a sera avvertiamo dolori in varie parti del corpo: spalle, schiena, gambe. Durante la giornata prova a fare qualche movimento di streching consapevole: prenditi un momento per ammorbidire il tuo corpo, allunga le braccia, ad esempio, così da rilasciare la tensione nelle spalle o nel torace.
  3. Porta attenzione a una singola attività per volta. Qualsiasi cosa. Sappiamo con certezza che se la nostra mente si concentra su una singola cosa per volta allora si libera dalla frenesia dei pensieri. Se stai lavando i piatti, ascoltando un amico, mangiando… cerca di essere consapevole di ciò che stai facendo. Una sola cosa per volta

  1. Elisha Goldstein, psicologo, co-fondatore del Mindfulness Center for Psychotherapy and Psychiatry. Insegna MBSR e terapia cognitiva basata sulla Mindfulness

Fonti:

https://www.mindful.org/3-simple-remedies-stressed-mind/

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01/02/17 Blog # , , , , , ,

Prendere un té con consapevolezza

Quando meditare ti risulta difficile, puoi ritagliare dei momenti nella tua giornata per diventare consapevole di quello che stai facendo


Per allenarci a portare le Mindfulness nella nostra vita possiamo iniziare ad applicare alle piccole cose della nostra quotidianità.

Oggi proviamo a bere una tazza di Tè in modo Consapevole (se non bevi tè puoi provare utilizzando una tisana).

Mindfulness significa “Porre attenzione in un modo particolare: intenzionalmente, al momento presente e in modo non giudicante (J. Kabat-Zinn, 1994)”.

E cioè portare tutta la nostra attenzione, quella di cui siamo capaci, a quello che facciamo, vediamo, mangiamo, utilizzando i nostri 5 sensi e diventando consapevoli di quanto accade dentro di noi proprio qui proprio ora.

Imparare a diventare consapevoli ci permetterà di creare uno spazio in cui essere davvero in grado di vedere quello che sta accadendo nel momento in cui accade, liberandoci da quello che la nostra mente, invece, vorrebbe.

Respirare, camminare, guidare, mangiare o bere sono tutte attività che facciamo senza averne consapevolezza, senza essere attenti a quello che facciamo mentre lo facciamo né alle sensazioni, ai pensieri o alle emozioni che proviamo.

Tea_cup_meditation


Stiamo imparando a vedere ciò che è spesso oscurato dalla distrazione.


Se non siamo a conoscenza di come siamo intrappolati, è impossibile liberarci dalla nebbia che ci avvolge. Ma se iniziamo ad allenare la nostra consapevolezza, siamo in grado di cominciare a renderci conto di quando agiamo con il pilota automatico, seguendo la forza dell’abitudine o il nostro impulso ad agire. Stiamo iniziando a prendere consapevolezza di quello che stiamo facendo e di come lo stiamo facendo.

La sfida di oggi è iniziare a bere una tazza di tè con consapevolezza per poi provare con un altro aspetto della nostra vita.


Ecco alcuni suggerimenti

  1. Inizia con il portare attenzione al suono che fa l’acqua quando bolle. Ascolta il gorgoglio dell’acqua. Riesci a vedere il vapore fuoriuscire dal beccuccio della teiera? Prova ad essere aperto più che puoi a tutto quello che accade in questo momento. Usa i tuoi 5 sensi.
  2. Cerca di diventare consapevole delle sensazioni che provi restando presente: senti il contatto dei glutei con la sedia o dei piedi con il pavimento.

    Apriti ai tuoi 5 sensi per comprendere cosa sta accadendo davvero


  3. Osserva come cambia il colore dell’acqua man mano che il tè scarica la sua essenza. Se mentre sei lì ti accorgi che la mente divaga rapita da un pensiero, non preoccuparti, è normale, cerca semplicemente di riportare la tua attenzione all’acqua del tè.
  4. Ora, sollevando la bustina di tè con un cucchiaio, cerca di diventare consapevole delle tue dita che afferrano il cucchiaio e del tintinnio che fa il coperchio sulla teiera.  Prova a fare tutto questo sganciato dal tuo pilota automatico.
  5. Se decidi di aggiungere lo zucchero, cerca di essere attento a come ti senti mentre lo fai e prova a chiederti: Lo voglio veramente? Come faccio a sapere di volerlo davvero?
  6. Cerca, ora di diventare consapevole del calore della tazza tra le tue mani.
  7. A questo punto, porta la tazza alle labbra. Mentre fai questo movimento prova a diventare consapevole della mano e del braccio che si spostano per compiere questo gesto.
  8. Prendi, ora, un sorso di tè. Prova a trattenere il tè in bocca per qualche istante e a diventare consapevole del sapore sulla lingua. È piacevole? O forse lo preferisci più intenso? O più leggero? Non c’è bisogno di fare nulla. Quello che devi fare è essere consapevole delle tue sensazioni. Se noti che qualche pensiero fa capolino, lascialo muoversi, lascialo andare e venire nella tua mente senza seguirlo.

Se noti che ci sono dei pensieri, lasciarli andare e venire nella tua mente senza seguirli. Prova a stare con il gusto del tè. Nota, senza emettere giudizio, qualsiasi desiderio e qualsiasi insofferenza che appare.


  1. Quando senti che è arrivato il momento di ingoiare il tè, nota la tua decisione. Si tratta di una scelta consapevole o è accaduto automaticamente? Resta presente alla deglutizione, ai movimenti riflessi nella parte posteriore della bocca e della gola, al liquido che attraversa la gola fino allo stomaco. Come ti senti?
  2. Riesci a notare il momento esatto in cui il tè diventa una cosa sola con il tuo stomaco che lo accoglie?
  3. Ora fai una breve pausa cercando di notare ogni sentimento di irritazione, ogni pensiero come ad esempio: Sbrigati, ho di meglio da fare. Oppure nota se provi un senso di pace o di immobilità. Se è così, dove lo senti? Sta cambiando? Rimane costante? Diventa consapevole della tua mente che vaga. Anche questo è un segno di crescente consapevolezza.
  4. Cerca di diventare consapevole del contesto: dai un’occhiata intorno a te, apri gli occhi al tuo ambiente senza giudicarlo. Cerca di diventare consapevole di eventuali pensieri o sentimenti che emergono.
  5. Ora, riporta la tua attenzione alla tazza di tè nella tua mano. Diventa consapevole della scelta che fai per prendere un altro sorso di tè. Quando hai deciso, ricomincia dal punto sette, e continua a bere il tè fino a quando la tazza è completamente vuota, oppure fino a quando scegli di smettere di bere. Se hai deciso di smettere prima che il té sia finito, prova a diventare consapevole del motivo per cui hai deciso di smettere. Il tè è diventato freddo? È cambiato il sapore? Hai fretta di fare altro? Qualunque sia la tua decisione diventa un osservatore imparziale.

Se decidi di fare questa meditazione non è necessario seguire ogni passaggio rigorosamente. Prova solamente, meglio che puoi, ad aprirti alla pratica per diventare consapevole di quello che accade momento per momento, e tornando indietro ogni volta che noti di essere stato rapito dai tuoi pensieri.

Se questo esercizio ti è piaciuto e pensi possa essere il momento giusto per inserire la Mindfulness nella tua vita, partecipa al corso di Mindful eating. Da gennaio 2018. Lascia la tua mail e ti avviseremo.

 

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Fonte: http://www.mindful.org/mindful-cup-tea/

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17 Novembre 2016 Blog # , , , , , ,

Vincere l’ansia sul posto di lavoro

Vincere l’ansia sul posto di lavoro

5 semplici trucchetti per poter gestire l’ansia a lavoro


  • La consegna di quel lavoro si avvicina…
  • Il capo urla…
  • I colleghi sono nervosi…

Ed ecco che l’ansia fa capolino!

L’ansia è una componente importante della nostra vita. Una normale quota di ansia consente di essere attenti e vigili e, in ambito lavorativo, garantisce un ottimo rendimento. Quando però la quota d’ansia è eccessiva, può diventare debilitante.

Spesso i ritmi lavorativi sono piuttosto rapidi e le richieste piuttosto pressanti tanto da aumentare il nostro stress e di conseguenza la nostra ansia. E allora appena varcata la soglia del nostro ufficio, il cuore inizia a battere più forte, lo stomaco fa male,  la concentrazione diminuisce e per leggere una mail ci si impiega il doppio del tempo.

5 semplici trucchi per vincere l'ansia a lavoro

5 semplici trucchi per vincere l’ansia a lavoro

Se ti capita talvolta di lottare con una forte ansia ecco 5 semplici suggerimenti per poter superare la tua giornata lavorativa. 

1# Evita il caffé. Se riconosci che oggi il tuo livello di ansia è più alto del solito, riduci il numero dei caffè che assumi normalmente o, se puoi, evitalo del tutto sostituendolo con un té se preferisci. Il caffè amplifica i sintomi dell’ansia e potrebbe, pertanto, aumentarla.

2# Organizza il lavoro. Pianifica il tuo lavoro. Stabilisci cosa e quando fare. Scrivi una lista delle priorità e segui il tuo piano. Sistema i fascicoli che hai sulla scrivania. Una scrivania pulita equivale ad avere una mente chiara.

3# Respira. Utilizza il respiro per calmare la mente. L’ansia può indurre un respiro superficiale, irregolare e rapido. Fai lunghi e profondi respiri e prova meglio che puoi a spingere il respiro nell’addome. Questo aiuta il corpo a ritrovare il suo equilibrio.

4# Fai esercizio fisico. Se puoi durante la pausa pranzo esci a fare una passeggiata veloce di 10-15 minuti. Oppure trova un posto tranquillo dove poter fare dei saltelli sul posto. O ancora fai le scale su e giù di corsa. Questi rapidi movimenti  fanno rilasciare endorfine che aiuteranno a calmare la mente e il corpo.

5# Rilassati. Se puoi, rendi il tuo ufficio un posto per te rilassante e accogliente. Prova ad abbellirlo con una foto, un quadro o un oggetto che sia per te rilassante. Oppure prova ad ascoltare una musica dolce o fare qualcosa che possa darti piacere come mostrare ai colleghi le foto dell’ultima vacanza.

Fonti:

http://psychcentral.com/blog/archives/2014/07/24/5-quick-ways-to-calm-anxiety-at-work/

http://www.calmclinic.com/anxiety-types/work-anxiety

http://www.helpguide.org/articles/stress/stress-at-work.htm

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01/11/16 Blog # , , , , ,

A proposito di Mindful eating

Come trasformare il tuo pasto in una meditazione


Ecco alcuni suggerimenti per affrontare il tuo pasto quando ti senti stressato, nervoso, agitato e pensi di essere a rischio di abbuffate

  1. Diventare Consapevole: Sono davvero affamato? C’è qualcos’altro che mi spinge a mangiare in questo momento? Come si sta sentendo il mio corpo? Che emozioni sto provando? Quali sensazioni fisiche sento nel corpo?
  2. Prepara il tuo pranzo con gentilezza: Se pensi di essere affamato, prepara il tuo pasto con gentilezza restando pienamente consapevole dei tuoi pensieri mentre lo stai facendo. Cerca meglio che puoi di immaginare da dove proviene il cibo che stai preparando, la terra, il sole, la pioggia…
  3. Siediti per mangiare: Non mangiare in piedi o camminando su e giù per la casa. Apparecchia la tua tavola con la tovaglia più bella che hai, i piatti, i bicchieri, le posate…46125447 - healthy lifestyle concept - you are what to eat reminder words in paper tag on dish and spoon wooden.
  4. Ringrazia per il cibo che stai per mangiare: Se preferisci recita una preghiera oppure invia un messaggio di gratitudine all’universo che ti sta permettendo di mangiare il tuo cibo
  5. Guarda il tuo cibo: Osservalo con attenzione e decidi se va bene per te
  6. Senti il profumo del tuo cibo: Annusalo e diventa pienamente consapevole del suo aroma
  7. Mangia lentamente: Fai un boccone per volta, posa la forchetta tra un boccone e l’altro e se ti accorgi di mangiare in fretta anche in questo modo, allora usa la mano non dominante per portare la posata alla bocca. Mastica lentamente cercando di diventare consapevole di come cambia la forma del tuo cibo mentre lo mastichi
  8. Focalizza la tua attenzione solo sul cibo che hai davanti: Guarda il cibo e mentre mangi porta la tua attenzione sul sapore e sulla consistenza del tuo pasto. Non lasciare che la mente pensi già al piatto successivo o al dolce. Mangia e resta con quello che stai facendo proprio qui, proprio ora
  9. Annota quello che mangi: scrivi su un diario cosa, come e quanto mangi. Annota tutto ciò che c’è ora, problemi o sensazioni particolari
  10. Termina il tuo pasto come hai iniziato: Quando hai finito di mangiare, togli i piatti e la tovaglia con la stessa attenzione e cura che hai usato nel preparare la tavola

Se vuoi saperne di più:

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27/10/16 # , , , ,

Presentazione corso Mindful eating

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