La meditazione e la mindfulness sono due alleati preziosi nella vita di tutti i giorni. Se questo è valido in generale ora con la presenza del Covid e le limitazioni imposte dal lockdown diventa ancora più vero. Il nostro benessere psicofisico è infatti messo a dura prova dalla situazione stressante che stiamo vivendo a ogni livello, privato e collettivo. A volte possiamo essere frenati dal praticare e dallo sperimentare a causa di alcuni preconcetti. Indagare i falsi miti mindfulness ci offre la possibilità di ribaltare la prospettiva.
L’anno che stiamo vivendo sta influendo sulle abitudini e sull’equilibrio psicofisico di tutti. Motivo per cui le persone stanno scoprendo o riscoprendo i benefici collegati alla mindfulness e alla meditazione provando a farli propri nella vita di ogni giorno. Il coronavirus e di riflesso il lockdown stanno infatti agendo su molteplici livelli sia individuali che di gruppo portando all’emergere di problematiche psicologiche. Non è un caso quindi che adulti e bambini mostrino malesseri collegati all’ansia, al panico o persino alla depressione.
Per cercare di ritrovare equilibrio può quindi essere utile sperimentare le pratiche di mindfulness e meditazione. Uno scoglio che può presentarsi in questi casi è dato dai preconcetti che potremmo avere al riguardo. Falsi miti mindfulness che rischiano di allontanarci dal ricercare questi cambiamenti così benefici.
Ognuno di noi, nel tempo, ha raccolto alcune informazioni che si sono poi combinate con le difficoltà e le emozioni che abbiamo incontrato lungo il percorso. È così che, nonostante l’interesso verso questa tematica, potremmo trovarci spaesati nel metterla in pratica. Le obiezioni più comuni ci aiutano però a fare luce sui meccanismi e a ribaltare la prospettiva.
Quei falsi miti mindfulness che ci frenano.

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Meditare è complicato e solo i grandi studiosi ci riescono.
La mindfulness e la meditazione possono apparire complessi, ma questo è dovuto innanzitutto alla prospettiva con cui ci approcciamo a queste pratiche. È vero occorre allenamento. Il punto fondamentale che ci aiuta è mettere da parte le nostre aspettative e semplicemente vivere il momento senza farci pressione e senza fare paragoni. Stiamo nel qui e ora della nostra pratica meditativa e osserviamo quel che succede senza giudizio.
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La mindfulness è una filosofia astratta che non ha a che vedere con quello che faccio ogni giorno.
Questo preconcetto ci assilla perché cerchiamo di tenere separate le nostre attività come se fossero dei compartimenti stagni. Vivere con consapevolezza e attenzione il presente vuol dire invece assaporare, sperimentare ogni istante della nostra routine anche il più piccolo. Dal fare il bucato all’andare a fare la spesa, dal camminare al respirare, passando per il mangiare o il bere il caffè nella pausa di lavoro: ogni evento può essere mindful se scegliamo di viverlo con intenzione.
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Non ho tempo per meditare, sono sempre di corsa e le pratiche sono troppo impegnative.
Alcune possibilità sono in effetti lunghe e articolate, pensiamo ad esempio al body scan però non è necessario iniziare subito quelle pratiche e non è detto che debbano essere messe in atto sempre. Dopotutto, chi inizia a correre lanciandosi subito in una maratona? O chi partecipa a una maratona ogni giorno della sua vita? Quello che dobbiamo ricordare è che la mindfulness è fluida e adattabile alla nostra esperienza. Il portare attenzione, il vivere con consapevolezza il momento è sempre correlato al nostro corpo. Di volta in volta allora possiamo valutare l’azione e l’interazione che sentiamo più congeniale per il nostro benessere emotivo e psicofisico.
Partiamo dal piccolo, dal facile, dalla vita di tutti i giorni.
Dai falsi miti mindfulness allora possiamo derivare una prospettiva differente e ricollegarsi a essa per delineare le nostre personali linee guida. Se vogliamo integrare la mindfulness, la meditazione o la respirazione consapevole nel nostro quotidiano possiamo perciò agire partendo da noi stessi.
Iniziamo con azioni semplici, piccole, pratiche: ritagliamoci 5 minuti la sera o la mattina per meditare, scegliamo di fare un pasto consapevole. Proviamo a concentrarci sull’attività che stiamo svolgendo in quel momento di qualunque genere si tratti. Posiamo e stacchiamo il cellulare per il nostro quarto d’ora mindful o scegliamo di dialogare con chi ci è vicino al posto di continuare a guardare il feed social.
Le possibilità sono infinite, la scelta è nostra. 3 minuti di respirazione, 5 minuti di silenzio senza la televisione , 2 minuti a osservare un oggetto. L’essenziale è che sia una azione fatta con intenzione.
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