23 Luglio 2021

Phubbing e relazioni: quando il cellulare ci fa escludere l’altro

Il cellulare è ormai il nostro fedele compagno e amico. A volte però è fin troppo presente nelle nostre vite, a tal punto che viviamo quasi in simbiosi con questo strumento. Senza darci peso sempre più spesso finiamo per trascurare chi amiamo e chi è di fronte a noi per dedicarci allo smartphone. Quando questo succede stiamo attuando il phubbing. Che cos’è e perché dobbiamo tenercene il più lontano possibile? Scopriamolo.

Alzi la mano chi ha guardato il cellulare durante una cena? E chi ha parlato accorgendosi dopo che l’altra persona era così presa dallo smartphone da non ascoltare mezza parola? Credo che sia corretto dire che la quasi totalità delle persone hanno vissuto più e più volte il primo e/o il secondo caso che ho citato. Ecco in questo scenario allora abbiamo attuato o subito il phubbing.

La parola può suonare strana e un po’ bizzarra, ma il concetto che comunica è una realtà che non possiamo ignorare al giorno d’oggi. Il phubbing si riferisce a quel comportamento che mettiamo in atto quando trascuriamo il nostro interlocutore in favore del cellulare.

Nella pratica può avvenire quando ci accorgiamo di star parlando e non avere l’attenzione di chi abbiamo di fronte perché rapito dallo smartphone. Oppure nel caso contrario quando noi ignoriamo la persona per scorrere il nostro cellulare, le foto, i social media.

Vivere il phubbing: perché è un problema di tutti noi?

In tutti e due gli scenari quello che si viene a creare è un problema di comunicazione e di relazionalità. Un fattore che, lungi dall’essere solo una questione di etichetta, rischia nel tempo di rovinare e compromettere i nostri rapporti sociali.

Photo by Toa Heftiba on Unsplash

Gli insegnamenti del passato avevano già individuato una possibile problematica. Perché il punto di fatto è come possiamo stare davvero nella relazione con l’altro se siamo distratti dal cellulare in modo ripetuto? Il phubbing da questo punto di vista non può essere visto o interpretato solo come una disattenzione momentanea.

Il fenomeno infatti incrina sia la comunicazione che i meccanismi di socialità. A ben vedere il phubbing porta a una forma di esclusione sociale, agita o subita. Che sia attuato consapevolmente o inconsciamente, la situazione non cambia. Snobbare o venire snobbati diventa ben presto un problema significativo che può gettare le basi per una crisi e per una rottura dei rapporti stessi.

Attraverso questo circolo vizioso vanno in crisi certe dinamiche che sono alla base del nostro essere umani. Vivere con il phubbing vuol dire mettere a rischio il nostro senso di appartenenza, la nostra autostima. Per non parlare delle conseguenze sul nostro senso di realizzazione e sulla frustrazione che viene via via esasperata.

Come riconnetterci alla relazione e al presente

Le considerazioni a tal proposito sono ampie, a partire dal motivo per cui facciamo phubbing. Potrebbe essere noia, volontà di escludere l’altro dalla nostra considerazione oppure a volte dipendenza da cellulare. Il perché avvenga questo fenomeno non cambia gli esiti purtroppo.

Proprio per questo dobbiamo correre ai ripari il prima possibile così da salvaguardare la nostra socialità, ma anche la nostra salute. Dopotutto essere sempre connessi è una delle prime strade per arrivare presto a un esaurimento dettato dal sovraccarico di stimoli.

Il primo passo è perciò limitare il nostro tempo con il cellulare. In special modo durante i pasti mettiamo da parte la tecnologia e focalizziamoci sulla conversazione. Parliamo, stiamo nel momento, ascoltiamo e cerchiamo di gustarci quegli istanti.

Se notiamo di avere difficoltà a ridurre l’utilizzo dello smartphone possiamo aiutarci con le applicazioni che bloccano gli accessi in orari delimitati. Un ultimo accorgimento è anche quello di disattivare le notifiche soprattutto quelle connesse ai social network.

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