Essere apprezzati dalle persone è un desiderio che possiamo sperimentare in molteplici contesti. A volte questo aspetto diventa così centrale nelle nostre vite da trasformarsi quasi in un’ossessione, in una gabbia che ci imprigiona. È questo che avviene quando viviamo il fenomeno del people pleasing.
A tutti noi fa piacere ricevere complimenti, apprezzamenti, riconoscimenti da parte delle persone che sono vicine a noi. Di frequente dà soddisfazione poter vivere sapendo di piacere a familiari, amici, colleghi di lavoro, partner.
Ma cosa succede se questo desiderio diventa il nostro unico obiettivo? In questo caso rischiamo di vivere per compiacere gli altri e finiamo per sperimentare il people pleasing. Questo fenomeno può portarci velocemente a snaturare la nostra identità e a nutrire uno stato di malessere psicofisico.
Che cos’è il people pleasing?
Un passo essenziale nella quotidianità è sempre legato al diventare consapevoli dei processi e delle dinamiche che alimentiamo. Ecco perché il punto iniziale da cui partire è proprio capire che cos’è il people pleasing.
Nella vita esso avviene quando modifichiamo o reprimiamo la nostra natura, i nostri bisogni allo scopo di piacere agli altri. Da questo punto di vista il people pleasing può assumere le forme più svariate. Alla sua base però troviamo la volontà di accontentare in ogni modo l’altra persona e di ottenere in cambio:

- devozione;
- apprezzamento;
- riconoscenza;
- stima;
- benefici.
Tra le cause che ci spingono a compiacere in modo estremo gli altri possiamo annoverare innanzitutto la paura del giudizio abbinata a una bassa autostima. In aggiunta possiamo agire come people pleaser nella speranza di essere considerati parte del gruppo quindi per un bisogno di appartenenza.
Allo stesso tempo il people pleasing può anche essere un sintomo di altri malesseri quali il disturbo d’ansia sociale, la depressione o la dipendenza affettiva. Motivo per cui è essenziale che impariamo a cogliere quanto prima i segnali che possono indicare la presenza di questo schema.
Riconoscere i campanelli di allarme del people pleasing è il primo passo per attivarsi e cambiare così da ricercare il nostro benessere mentale ed emotivo.
Quando per piacere agli altri rinneghiamo noi stessi…
Innanzitutto se siamo people pleaser possiamo notare la tendenza voler andare d’accordo con tutti e a ogni costo. Ciò si traduce molto spesso nel non volerci esporre, nell’assecondare le opinioni di chi abbiamo davanti anche quando questo vuol dire andare contro le nostre idee o i nostri valori.
Possiamo desiderare così tanto l’apprezzamento e la considerazione altrui da comportarci come dei veri e propri camaleonti. Come i famosi animali possiamo quindi cambiare atteggiamento, interessi, opinioni in base al contesto e/o alla persona che desideriamo “conquistare”.
Nel tempo questa pratica continua che ci porta a snaturarci rischia però di farci perdere la nostra identità a tal punto da non sapere più:
- chi siamo davvero;
- cosa ci piace e cosa no;
- cosa desideriamo;
- quali sono i nostri valori fondanti;
- dove sono i nostri confini.
Proseguendo un altro segnale che non dobbiamo sottovalutare è la tendenza a scusarci continuamente e a mettere le esigenze degli altri sempre davanti alle nostre. I nostri bisogni così come quello che proviamo passano ogni volta in secondo piano finendo per essere di frequente ignorati.
È così che finiamo per procrastinare tutto ciò che ci riguarda: attività piacevoli e hobby, la cura di noi stessi, persino impegni o visite per la nostra salute. Sul fronte opposto poi possiamo sentirci quasi in obbligo a dover dire sì a qualsiasi cosa.
Vengono dunque ricomprese persino le attività, le incombenze a cui vorremmo dire no o che ci fanno stare male. Di conseguenza ci troviamo poi in difficoltà nel gestire sia il nostro tempo sia le nostre energie.
Difficoltà che si somma al non riuscire a stabilire e mantenere dei confini sani con chi ci circonda. Tutto questo ci porta infine a vivere le situazioni con estrema frustrazione e risentimento portandoci in certi casi a mettere in atto comportamenti passivo-aggressivi.