Spesso quello che ci appare come un disastro potrebbe rappresentare un dono
C’era una volta un vecchio saggio. Tutti gli abitanti del villaggio si rivolgevano a quell’anziano sapiente per chiedere consiglio. Un giorno d’estate andò da lui un contadino per chiedere consiglio «Vecchio saggio, non so cosa fare! Il mio bue è morto e non posso più arare i campi. È terribile! Penso sia la cosa peggiore che potesse capitarmi!»
Il saggio lo guardò negli occhi e rispose: «Forse sì, forse no».
Sconcertato l’uomo tornò a casa e spiegò che il vecchio saggio non era poi così saggio come sembrava, aveva ormai perso la ragione.
La mattina seguente, l’uomo per pensare al da farsi iniziò a vagare su per le colline finché non vide in lontananza un cavallo che pascolava. Pensò che quella fosse la soluzione ai suoi problemi e fece l’impossibile per catturarlo finché non riuscì nel suo intento. In quel momento l’uomo realizzò che aveva avuto molta fortuna: il cavallo lo avrebbe aiutato ad arare i campi molto più velocemente di prima.
Così tornò di corsa dal vecchio per fargli le sue scuse. «Avevi pienamente ragione, ti chiedo scusa. Se non fosse morto il bue non avrei mai fatto quella passeggiata e non avrei mai trovato il cavallo. Si tratta della cosa migliore che potesse accadermi».
Ma ancora una volta il vecchio lo guardò negli occhi e rispose con le stesse parole del giorno prima: «Forse sì, forse no».
Il contadino sbigottito pensò: mi prende in giro? non tornerò mai più a fargli visita!
Qualche giorno dopo, mentre il figlio era intento a domare il cavallo, fu scaraventato a terra e si ruppe una gamba. L’uomo, che aveva bisogno dell’aiuto del figlio per lavorare, continuava a ripetersi: «Che cosa terribile! Non poteva accadermi di peggio!»
E così ancora una volta tornò dal saggio e dopo avergli raccontato l’accaduto gli disse: «Tu devi essere capace di vedere nel futuro! Come hai potuto prevedere questa serie di eventi? Adesso sono veramente nei guai, e penso che sarai d’accordo con me: questa è la più grande catastrofe della mia vita».
E ancora il vecchio lo guardò e ribatté: «Forse sì, forse no».
Il contadino di arrabbiò tantissimo e se ne tornò a casa.
Il giorno dopo arrivarono al villaggio le truppe del re, alla ricerca di tutti gli uomini giovani e in forze che avrebbero dovuto combattere in guerra. A causa dell’incidente, il figlio del contadino fu l’unico tra i ragazzi del villaggio a non dovere partire per una guerra nella quale sarebbe con molta probabilità rimasto ucciso.
Spesso il modo in cui interpretiamo gli eventi provoca emozioni negative aumentando il nostro livello di ansia o di stress. Per la maggior parte del nostro tempo non siamo consapevoli del monologo interiore negativo che condiziona il nostro umore e il nostro vivere.
Cosa possiamo fare?
La Mindfulness ci insegna a notare tutto quello che accade nella nostra mente, tutti i pensieri e i monologhi interni negativi che facciamo. Ci permette di sperimentare la saggezza di ripeterci “forse sì, forse no” ogni volta che stiamo per interpretare le cose nella maniera più catastrofica. Fermatevi un momento. Ripetetevi “forse sì o forse no” e poi chiedetevi: “Non c’è un altro modo per analizzare la situazione?”
Liberamente tratto dal libro di Elisha Goldstein “Il momento è adesso: il potere della mindfulness per una vita senza problemi”