30 Agosto 2020

Il tempo dell’attesa: come gestire gli effetti del lockdown sui bambini.

La situazione dettata dal Coronavirus e dal post lockdown ha avuto conseguenze significative sulla nostra psiche. Non siamo però i soli a dover fare i conti con una nuova realtà. Anche i bambini possono aver subito contraccolpi connessi a questa nuova quotidianità. Con quali effetti possiamo doverci confrontare? Come poter essere di reale supporto verso i piccoli?


Le ansie e le incertezze portate dal Coronavirus hanno avuto un ruolo primario nel far affiorare una serie di difficoltà psicologiche in tutti noi. Problematiche già presenti, ma latenti oppure del tutto nuove che hanno richiesto la nostra attenzione. Oltre a noi, anche i bambini si trovano a doversi relazionare con gli effetti negativi di questa emergenza.

I nostri figli infatti si sono trovati a perdere in brevissimo tempo le loro certezze e i legami essenziali che di solito costellano le loro esistenze in formazione. Gli amici, la scuola e gli insegnanti, i nonni e in generale i parenti con cui si trovavano a trascorrere anche molto tempo insieme. La routine scandita da attività formative, ma anche ludiche, sociali e di condivisione.

Bambini e lockdown: un rapporto complesso.

Ciascun bambino ha sperimentato un completo stravolgimento che potrebbe averlo stressato in profondità. Queste variazioni possono tradursi in effetti spiacevoli che possono incrinare il benessere psicofisico.

In generale i bambini possono dunque aver vissuto o stare vivendo un forte livello di ansia generalizzata. Una preoccupazione immotivata o eccessiva che fa vivere in maniera negativa qualsiasi allontanamento dei genitori o dei membri più stretti della famiglia. Il timore è legato di frequente alla paura che possa succedere qualcosa di brutto mentre la mamma e il papà sono fuori casa. Imprevisti che di conseguenza possano impedirgli di vedere e di riabbracciare i loro cari.

Questo può portare alla comparsa o al riemergere di capricci e litigi di vario genere. In alcuni casi oltre alla rabbia e alla tristezza, il bambino può sperimentare una regressione a comportamenti tipici della fase precedente. Ecco quindi che il piccolo può voler tornare a dormire con i genitori oppure può fare la pipì a letto. Possono inoltre scatenarsi crisi di rabbia, pianto o vomito all’idea della separazione.

In altri contesti il bambino può invece mostrare una forte apatia verso le principali attività che svolgeva in precedenza. Una noia diffusa anche verso i suoi giochi preferiti che lo porta anche spesso a isolarsi, a passare molto tempo davanti a un monitor o alla televisione, a rifiutare di giocare o di incontrare i suoi coetanei.

Sostenere i bambini nel cambiamento.

Come abbiamo visto gli effetti del lockdown sui bambini possono essere numerosi e diversificati. Per cercare di contrastare il possibile malessere psicologico del bambino può allora essere utile innanzitutto mettersi in ascolto delle sue necessità e delle sue emozioni. Parliamogli e chiediamogli di raccontare come si sente, come vive le novità e i cambiamenti che gli sono toccati. Facciamogli capire che noi siamo sempre al suo fianco qualunque evento accada e qualunque emozione, positiva o negativa, decida di esprimere.

Raccontiamogli con chiarezza e semplicità la situazione cercando di rassicurarlo il più possibile. Facciamo di frequente riferimento alle attività che svolgevamo già prima dell’emergenza sanitaria, riportando di volta in volta l’attenzione agli aspetti positivi che vivevamo in precedenza. Un esempio è la possibilità di tornare presto a incontrare i compagni di scuola, le insegnanti e a praticare giochi o sport negli ambienti consueti.

Confrontiamoci su tutto ciò che di bello è emerso in questo periodo condiviso e su quanto potremo nuovamente vivere in futuro. Questo anche a prescindere dalle problematiche che possono emergere nel corso del tempo. Rafforziamo la sua autostima ponendo enfasi sui suoi progressi, sulle abilità che ha acquisito o che sta affinando e sui suoi comportamenti positivi. Da ultimo se necessario chiediamo comunque l’aiuto di un professionista che ci possa supportare in questa delicata fase di passaggio.


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