10 Agosto 2020

Il carico mentale femminile e quel peso quotidiano che toglie respiro.

Di frequente la gestione e l’intera quotidianità familiare ricadono completamente sulle donne. Troppo spesso quando ci accorgiamo di queste difficoltà ci fermiamo al pensiero “basta chiedere”. Alla lunga questo processo drena del tutto le energie fisiche, ma soprattutto mentali delle interessate. Perché in fin dei conti non basta chiedere? Qual è il valore aggiunto che possiamo ricavare dalla volontà di condividere realmente le incombenze? Scopriamolo.


Cambiano alcuni dettagli, ma la dinamica di fondo rimane la stessa. Siamo in famiglia e la mamma, la moglie, la donna si divide in quattro per organizzare il suo secondo lavoro. Nella sua giornata infatti, oltre al suo lavoro, ha una seconda attività che fagocita la sua attenzione: la gestione della casa e della routine familiare.

Questa continua pressione – e questo costante lavorio del pensiero – rientra in quello che è stato definito carico mentale. Nel tempo questa dimensione può diventare ingestibile e drenare così tante energie da portare allo sfinimento se non all’esaurimento. Non è solo una questione di chi esegue le cose, di chi porta i figli a scuola o di chi lava i piatti e riordina. Non ha a che fare solo con le azioni, quanto piuttosto con l’incessante sforzo mentale che  spesso si assume la donna.

Bastava chiedere? No, o meglio non solo.

Il carico mentale è quella condizione per cui una persona pensa e struttura l’intero processo che porta al buon funzionamento della quotidianità.

Non è quindi il fare la spesa o il lavare i piatti, fare la lavatrice, stirare o preparare i pasti a creare una dinamica pesante. Queste sono tutte azioni ma – esattamente come nei progetti di lavoro –sono gli step intermedi che portano già al risultato. Prima c’è un lavoro continuo di programmazione, pianificazione e pensiero.

È questa porzione che, se ricade su una sola persona, porta l’individuo allo sfiancamento perché la mente non è mai libera di riposare e rilassarsi. Il cervello vive la costante pressione dettata dai mille pensieri legati a quello che c’è da fare, organizzare e dare in esecuzione. In questo processo intervenire sulle fasi finali andando, ad esempio, a comprare su richiesta un determinato prodotto non alleggerisce il peso e lo sforzo vissuto dal “titolare della gestione”. È a monte – nell’attività di pensiero e programmazione – che serve il supporto.

Non possiamo combattere il carico mentale solo dicendo “se c’è qualcosa che vuoi faccia dimmelo, fammelo presente e mi attivo”. Perché si inneschi un cambiamento benefico dobbiamo ribaltare la prospettiva. Nella pratica viviamo insieme, siamo una famiglia, una coppia ed è da quella concezione che dobbiamo imparare a sovvertire il punto di vista delle cose. Non serve che qualcuno, uomo o donna, chieda all’altro di intervenire perché siamo insieme in questa realtà.

Siamo insieme nella vita: suddividere il carico mentale.

Non è un favore o un aiuto che si deve dare, ma è la volontà di condividere il peso della quotidianità muovendosi come un’unica entità. Spetta a tutti i componenti del nucleo familiare attivarsi e pensare alle incombenze da gestire perché la vita possa procedere con più serenità.

Solo quando ognuno ha questa consapevolezza si possono raggiungere risultati migliori e più favorevoli per ciascun membro del gruppo. L’essenziale è quindi iniziare ad agire in autonomia come se fossimo i project manager della famiglia. Domandiamoci:

  • Come posso intervenire in quel momento?
  • Che eventi e che settimane attendono la mia famiglia?
  • Come possiamo suddividerli e gestirli in maniera ottimale?
  • Il mio partner o la mia partner ha già un alto carico di lavoro?
  • Io ne sono sprovvisto? Come posso alleggerirlo?
  • Quali sono i passaggi quotidiani che dobbiamo affrontare?
  • Cosa serve, nell’immediato o sul lungo termine, agli altri membri?

Queste sono solo alcune delle domande che dobbiamo farci, ma esemplificano bene il cambio di focus. Supportiamo il processo in maniera proattiva come se fosse un nostro progetto di lavoro. Ritagliamoci il tempo per dedicarci alla famiglia e alla casa così da suddividere il carico mentale ed essere tutti più leggeri e sereni.


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