La casa è da sempre un luogo speciale. Al giorno d’oggi, soprattutto a seguito della pandemia da Coronavirus, lo è diventato ancora di più. Una tendenza questa che ha portato a delineare un fenomeno nuovo e antico insieme: l’home nesting. Cosa vuol dire quest’etichetta e che implicazioni ha nel nostro quotidiano? Scopriamolo.
È incominciato tutto con la pandemia da Coronavirus, ma forse era un desiderio e anche un bisogno che ci portavamo nel cuore da tempo. Di cosa parliamo? Della voglia di vivere di più la nostra casa e adibire quello spazio alla condivisione, all’incontro con i nostri affetti più intimi. Questa tendenza ha preso il nome di home nesting aprendo un nuovo capitolo della percezione degli effetti con cui ci confrontiamo a seguito del Covid-19.
Sì, perché almeno sotto questo unico punto di vista potremmo valutare questo fenomeno persino come positivo. Dopotutto stiamo assistendo a una vera e propria rivalutazione del tempo e degli spazi “casalinghi”. Uno stacco netto questo se pensiamo a come finora sia stato esaltato come vincente e desiderabile lo stare fuori casa h24, il lavorare e correre perenni saltando da un impegno all’altro. Ma cosa significa davvero home nesting?
Che cos’è l’home nesting e che cosa vuol dire per noi

Guardando alla dicitura home nesting ci accorgiamo subito che è composta da due concetti che diventano centrali. Da un lato troviamo home ovvero casa nel senso più caldo ed emozionale del termine, dall’altro poi abbiamo un rimando a nest cioè il nido. Combinando queste due parole quindi possiamo intendere l’home nesting come quel fenomeno per cui la nostra casa si trasforma nel nostro nido.
Quella che è emersa nel corso degli ultimi tre anni è dunque una tendenza che in parte ci accumuna tutti. Sotto questo profilo difatti investiamo sempre più energie, tempo e risorse nel rendere ancora più accogliente la nostra casa. Se già prima consideravamo la nostra abitazione come uno spazio “sacro” da preservare e rendere nostro, adesso vi è un’enfasi ulteriore su questo processo.
È così che nel nostro immaginario la casa diventa un nido. Nido da vivere, da accudire affinché sia un rifugio sicuro e accogliente, da condividere. Seguendo la visione dell’home nesting quindi:
- passiamo più tempo nelle nostre stanze;
- scegliamo di investire in arredi e/o progetti per la casa;
- organizziamo eventi, passatempi, incontri all’interno del nostro “nido”.
Casa+nido = una possibilità o una gabbia?
Di per sé l’home nesting, ovvero vedere la nostra casa come un nido presenta una serie di aspetti di valore e positivi. Uno fra tutti la possibilità di vivere in maniera differente sia gli spazi sia i tempi e le relazioni della nostra quotidianità. Grazie a questa nuova percezione dopotutto abbiamo l’occasione di introdurre nelle nostre giornate un approccio più sereno e umano fatto di presenza oltre che di consapevolezza e lentezza. In breve sperimentiamo uno sguardo più mindful sulle cose e sulla realtà.
Come in ogni ambito e situazione esiste anche un contro, ovvero il rischio di estremizzare questa prospettiva. Da questo punto di vista infatti potremmo affrontare qualche difficoltà se ci accorgiamo di sentirci al sicuro solo dentro casa. Ecco che in quel caso rischiamo di non vivere più l’home nesting ma di confrontarci con la sindrome della capanna. A quel punto il nostro spazio da nido accogliente si trasforma in una gabbia che ci limita in ogni aspetto.
Potremmo allora aver paura sia a uscire dalla nostra solita zona sia a pensare di allontanarci di molto o per tanto tempo. Condizione questa valida persino per incombenze importanti o per il lavoro. Ecco perché è necessario che poniamo attenzione al nostro approccio ricercando un equilibrio. Opzione questa che possiamo percorrere bilanciando la voglia di godersi il nostro nido con la necessità di esplorare la realtà esterna.