7 Febbraio 2020

Depressione e mindfulness: ritrovare il filo della speranza.

La depressione toglie energie psicofisiche fondamentali debilitando la persona che ne soffre e spingendola a intraprendere un percorso verso il basso. Una strada che si nutre di pensieri negativi, ruminazione, vergogna: lentamente scompaiono la motivazione, i desideri e il focus che permettono all’individuo di agire. Una sensazione di ineluttabilità della condizione in cui la speranza è stata sostituita da un malessere diffuso. La mindfulness, in abbinamento alla psicoterapia, può essere di grande aiuto nel ribaltamento di questa percezione. Scopriamo di più.

Nell’immaginario comune chi soffre di depressione è di solito una persona molto triste che si individua facilmente a causa delle sue espressioni cupe e negative. In realtà il vero volto della psicopatologia è più sfaccettato di una macchietta da fumetto con in testa una nuvola grigia di pioggia.

Sebbene la tristezza sia uno dei sintomi che emergono con forza quando affrontiamo questo disturbo della psiche, essa non è di certo l’unico né il tratto fondamentale. La depressione si compone di molteplici elementi e sono proprio questi a rendere questa malattia ancora più invalidante. Le aree colpite possono essere diverse: dalla memoria ai vissuti emotivi, passando per le abilità cognitive e il comportamento. In tutti questi ambiti si possono riscontrare difficoltà che tendono a creare un circolo vizioso difficile da interrompere.

Apatia, angoscia, disperazione si sommano infatti a una sensazione diffusa che porta a vedere la propria situazione negativa come permanente e ineluttabile. A tutto ciò si aggiunge la difficoltà a concentrarsi o a farsi carico di una decisione, l’assenza di speranza, la ruminazione mentale, la perdita dell’autostima e l’impossibilità di riconoscere il valore della propria persona, il pensiero catastrofico o quello pessimista. Fattori questi che tendono poi a riflettersi sul comportamento stesso portando perciò a scegliere di isolarsi, a evitare gli altri finanche alla passività e al tentativo di suicidio.

Aprire spiragli di luce.

Photo by Sydney Sims on Unsplash

Non è semplice tristezza o, meglio, non è solo quell’emozione a rendere difficile il vivere. E a nulla valgono gli sforzi fatti da amici, familiari e partner con l’obiettivo di “risollevare” la persona che sta male. Se i sintomi sono persistenti e arrivano a essere invalidanti, influendo e condizionando le scelte o le azioni dell’individuo, è necessario affidarsi agli esperti e alle strategie che nel corso del tempo hanno dimostrato un’efficacia considerevole. Per quanto il bene e l’amore provato per quella persona siano alla base delle considerazioni occorrono, infatti, strumenti capaci di entrare nel profondo della psiche e da lì aiutare la persona a intraprendere una lenta risalita.

La mindfulness e la psicoterapia, unitamente se necessario ai farmaci deputati, possono intervenire proprio in questi casi. Attraverso tecniche quali la meditazione guidata, la respirazione, la compassion o ancora le visualizzazioni, in abbinamento a sedute dedicate alla riscoperta di noi stessi e all’elaborazione di quanto vissuto sarà possibile iniziare volta dopo volta a mettere un freno significativo alla deriva in cui sentiamo di trovarci.

Il primo passo inizia da noi.

In tutti i casi, di qualunque tipo sia il malessere psicofisico sperimentato, è essenziale che il cambiamento parta da noi. Il primo, e fondamentale, passo da compiere è riconoscere. Riconoscere di star affrontando un problema che non è un semplice momento di tristezza passeggera, ma qualcosa di più profondo che merita cure, attenzioni e considerazione. Nessuno può svolgere questa parte al posto nostro.

Per quanto siano buoni i consigli dei parenti, per quanto sia forte il sostegno degli amici e per quanto grande sia l’amore del partner dobbiamo essere noi a occuparci della difficoltà. Lo faremo innanzitutto chiamandola per nome, depressione, e intraprendendo il percorso migliore per ciò che sentiamo.

Con l’aiuto di uno psicoterapeuta, con strumenti mirati quali la mindfulness, avremo la possibilità di indagare le origini della problematica. Addentrandoci nel profondo, conoscendoci e dandoci le giuste attenzioni inizieremo così a sovvertire la nostra prospettiva e a far fluire nuovamente la speranza all’interno delle nostre giornate.

 

0 likes Blog
Share: / / /

Rispondi

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: