17 Ottobre 2019

Il buco nero di Fortnite e l’influenza dei videogiochi sulla mente

Un popolare videogioco, Fortnite, un video e milioni di persone ferme a fissare il buco nero che ha inghiottito una galassia virtuale. Incredibile… oppure no? Vediamo insieme le motivazioni dietro al potente fascino che i videogiochi sembrano esercitare su tutti noi.

Forse vi è apparsa tra le notizie degli ultimi giorni, magari ne avete sentito parlare tra una pausa caffè e l’altra oppure avete pensato a uno scherzo escogitato da qualche hacker. Quel che è certo è che non lascia indifferente come news. Stiamo parlando del videogioco Fortnite che, a partire dalla sera di domenica 13 ottobre, è scomparso dalla rete ed è stato sostituito dal video di un buco nero. Che c’è di strano? Perché dare così importanza a questa news?

Quello che ci spinge a parlarne non è tanto il fenomeno in sé, che si tratti di un’audace quanto rischiosa operazione di marketing o di una pausa tecnica per permettere il caricamento di nuove funzionalità ha poca rilevanza. No, quello che colpisce è un dato: milioni di utenti sono rimasti a fissare per ore quel buco nero virtuale che di fatto rende impossibile proseguire nel gioco. Sguardo fisso e spasmodica attesa di un qualche cambiamento, di una variazione, di una spiegazione, di una ripartenza che permettesse loro di poter nuovamente entrare nella galassia immaginaria e procedere con la loro esperienza di gioco.

Sia che siamo appassionati di videogiochi o meno, sicuramente una notizia del genere fa riflettere. A prescindere dall’interesse o meno che possiamo provare per queste attività digitali, infatti, com’è possibile che milioni di persone rimangano in attesa ad aspettare di rivedere online il loro gioco preferito? Qual è il segreto, il fascino nascosto, dei videogame che consente loro di calamitare l’attenzione dei giocatori?

Videogiochi e bisogni: un legame tipicamente umano

Fortnite è l’ultimo caso a cui possiamo attingere e che può fornirci il punto di partenza per una riflessione. Non è però l’unico esempio e non è certamente un quesito nuovo quello che sovviene leggendo una notizia come quella di cui abbiamo appena parlato.

Se è stato Maslow uno dei più importanti studiosi a parlare dell’importanza dei bisogni dell’uomo, dividendoli in primari e secondari nella sua ormai celebre piramide, ci sono stati tuttavia altri psicologi che hanno associato questi concetti a determinati campi. In questo caso, troviamo degli spunti interessanti nelle ricerche condotte da Przybylski che indagando la realtà dei videogiochi, ha individuato un legame notevole tra questi strumenti e la possibilità di soddisfare alcuni bisogni individuali dei giocatori. Nello specifico è stato rilevato che, a seconda del tipo di videogioco scelto, le persone possono trovare un riscontro a bisogno differenti.

A questo proposito, se ricerchiamo autonomia e desideriamo essere artefici del nostro destino ci troveremo in maggiore sintonia con giochi in cui l’obiettivo è costruire un qualcosa o vivere in prima persona un’avventura. Un esempio è dato dal gioco Minecraft. Se, invece, siamo focalizzati sul voler sentirci competenti e sulla possibilità di crescita o progresso allora sceglieremo giochi in cui saremo in competizione contro qualcun altro come nel caso di Fortnite. Da ultimo ma non meno importante, uno dei bisogni che decretano maggiormente il successo dei videogiochi è correlato alla relazione e al senso di appartenenza. Il gioco in questo caso crea un gruppo, ci fornisce uno scopo condiviso con altri e ci fa sentire il legame con questa cerchia accomunata da interessi, linguaggi ed esperienze comuni anche se solamente “online”. Un esempio interessante in questo senso è costituito da giochi come World of Warcraft.

Queste sono solo alcune delle considerazioni che sono alla base del grande successo che continuano a vivere i videogiochi in maniera uniforme in tutto il mondo. Spunti interessanti da tenere a mente per iniziare a comprendere più in profondità il legame tra videogame e persone e i possibili risvolti di queste attività sul nostro comportamento, sulla nostra mente e più in generale sulle nostre relazioni sociali.


Gaming o dipendenza da videogame

Una picola nota riguardo, però, l’uso/abuso dei viedogame. L’Organizzazione mondiale della Sanità ha riconosciuto tra le nuove forme di dipendenza, il gaming ovvero la dipendenza da videogame. Dal 1° gennaio 2022 sarà inserito nell’International Statistical Classification of Diseases and Related Health Problems, manuale di classificazione internazionale delle malattie e dei problemi correlati.

Di seguito una parte dei sintomi più comuni.

Sul piano fisico:

  • Emicrania
  • Affaticamento mentale dovuto all’alto livello di concentrazione
  • Stanchezza oculare
  • Aumento del dolore del Tunnel Carpale
  • Scarsa igiene personale

Sul versante emotivo:

  • Irrequietezza o irritabilità quando non è possibile giocare
  • Preoccupazione costante per il gioco
  • Isolamento sociale
  • Mentire sul tempo trascorso a giocare

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