1 Maggio 2023

7 pilastri della Mindfulness per cambiare prospettiva e approccio

La mindfulness non è un semplice modo per meditare e rasserenarsi. Al contrario è una pratica viva che ci aiuta a cambiare il nostro approccio al presente e alla quotidianità. Perché questo avvenga e ci sia di aiuto nella vita di tutti i giorni ci può allora essere utile conoscere i 7 pilastri della mindfulness.

Tra i primi blocchi che possiamo sperimentare quando ci avviciniamo alla mindfulness possiamo trovare l’idea che questa sia solamente una disciplina meditativa. Come abbiamo visto anche in questo articolo sono molti i pregiudizi che possono allontanarci da questa pratica.

Un aiuto fondamentale arriva invece dal fare conoscenza di questa possibilità in modo esperienziale e ricordando uno degli assunti di Jon Jabat-Zinn. Quest’ultimo ha ribadito più volte un aspetto centrale della mindfulness: la sua dimensione viva. In questo senso possiamo iniziare e allenarci sperimentando i 7 pilastri della mindfulness.

7 pilastri della mindfulness da ricordare e sperimentare

Una delle più grandi innovazioni della mindfulness si collega proprio alla necessità di vivere direttamente e in prima persona questo approccio. Non basta e non occorre acquisire una serie stringente di norme.

Ciò che serve davvero è mettere in pratica una prospettiva differente in cui possiamo sperimentare a livello concreto una modalità di senso nuova. Ecco perché diventa essenziale conoscere i 7 pilastri della mindfulness.

7 fondamenti che sono anche modalità che ci permettono di portare attenzione e consapevolezza al qui e ora. In breve i 7 pilastri della mindfulness sono:

  1. l’assenza di giudizio;
  2. la pazienza;
  3. la mente del principiante;
  4. la fiducia;
  5. l’andare oltre la performance;
  6. l’accettazione;
  7. il lasciar andare.

Guardando ai 7 pilastri della mindfulness capiamo subito come questi siano più delle indicazioni di approccio più che delle regole da seguire. Non esiste quindi un processo preimpostato.

Si crea invece una dinamica fluida che necessita di un allenamento costante. A questo poi si aggiungono sia la nostra apertura sia il desiderio di vedere le cose in maniera diversa.

Ripensando la quotidianità e la pratica mindful in questo modo vengono dunque meno anche le pressioni, le aspettative irrealistiche, l’ansia da prestazione che potremmo provare. A quel punto difatti non si tratti di diventare dei maestri di meditazione, ma di un approccio da vivere e con cui ci alleniamo giorno dopo giorno.

Viviamo e mettiamo in pratica la mindfulness

Vediamo perciò da vicino i 7 pilastri della mindfulness a cui possiamo richiamarci. Il primo è il non giudizio, ovvero la necessità di smettere di aggrapparci costantemente alla critica negativa. Un’attività questa che drena le nostre energie e ci allontana sia dagli altri che da noi stessi.

Associato a questo troviamo la volontà di coltivare la pazienza nella piena consapevolezza che ognuno ha il suo percorso e ogni cosa avviene a suo tempo. La pazienza si lega strettamente anche con altri due pilastri, cioè l’accettazione e la fiducia.

L’accettazione è il principio per cui ci alleniamo ad accogliere la realtà delle cose esattamente com’è in questo momento, nel qui e ora. Nella pratica vuol dire che ci alleniamo ad accettare ciò che viviamo senza giudizio. Smettiamo di fissarci sul fatto che vorremmo che la quotidianità fosse diversa e operiamo vivendo appieno il nostro presente qualunque esso sia.

Il pilastro della fiducia ci sostiene invece permettendoci di vivere le esperienze e la nostra dimensione personale con più serenità e positività. Attraverso la fiducia acquisiamo la consapevolezza che noi valiamo. Avanziamo inoltre sapendo che ci sarà sempre del bene ad attenderci e in quello che viviamo. Per certi versi quindi è un allenamento alla speranza.

Nessun cambio di prospettiva poi può essere slegato dalla mente del principiante che si nutre di gioia e curiosità. Da ultimo infine quando ci rifacciamo ai 7 pilastri della mindfulness dobbiamo allenarci a lasciar andare. Pilastro che si connette anche al non vivere tutto come una competizione o come una performance e che ci chiede di fluire con la realtà.

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